Il nuovo allenatore dei biancocelesti si presenta ai tifosi dalle colonne di IsNews e traccia la linea: “Un giusto mix potrà farci togliere delle soddisfazioni”. Poi analizza il momento attuale del calcio costellato da fallimenti gloriosi: “Stupito dalla presenza di malfattori”. Al suo fianco ci saranno Giovanni Piccirilli, già suo secondo ai tempi del Campobasso, e il preparatore atletico Filippo Argano
di Valentina Ciarlante
ISERNIA. La firma è arrivata lunedì nel summit di Vasto mentre la presentazione ufficiale a stampa e tifosi si terrà, molto probabilmente, nella tarda mattinata di giovedì 19 luglio. Massimo Silva è pronto ad approdare a Isernia in qualità di nuovo allenatore della squadra biancoceleste prossima al campionato di serie D.
Il mercato è in pieno fermento e lui, ex attaccante di Milan, Pescara, Ascoli, passato poi in panchina alla guida proprio dei marchigiani in serie A, oltre che di squadre come Maceratese, dall’Eccellenza alla C2; Ternana in serie D; Benevento; Sambenedettese con cui ha trionfato nel girone C dell’Interregionale nella stagione 2000/2001; Sant’Anastasia; Frosinone, Cavese e due anni fa proprio Campobasso, ha già in mente la strategia di lavoro.
Da professionista esperto con una carriera illustre, ha intenzione di diventare il mentore dei giovani che compongono la parte più sostanziosa del team e di trovare una spalla forte in quegli atleti d’esperienza che conosce bene. Intanto si delinea anche lo staff tecnico: nel ruolo di secondo allenatore ci sarà Giovanni Piccirilli, ex allenatore delle juniores del Campobasso già vice di Silva nel capoluogo di regione (al centro, nella foto) e in quello di preparatore atletico Filippo Argano, che in tal modo ritornerà al suo ‘vecchio’ incarico nelle file del team pentro.
A poche ore dall’ arrivo in città, Silva ha rilasciato un’intervista a IsNews, soffermandosi su vari aspetti della nuova avventura che lo attende e su temi di più ampio respiro.
Mister Silva, lei è stato fortemente voluto dall’Isernia Fc nell’anno del ritorno in serie D. Cosa l’ha spinta ad accettare questo incarico?
“Ho visto l’entusiasmo della società neopromossa. C’è molta voglia di fare calcio e di puntare sugli under di qualità. So che c’è un buon settore giovanile e l’intero progetto mi è piaciuto. Mi piace ancora lavorare sul campo e spero di dare una mano ai giovani, ma anche ai meno giovani come Armando Iaboni e Albino Fazio, che ho avuto a Campobasso. Anche loro mi daranno una mano. Speriamo in una bella crescita in un campionato peraltro non facile. Vogliamo fare buone cose”.
La società non vuole recitare un ruolo da comparsa. Le è stato dato un obiettivo preciso da raggiungere?
“L’obiettivo è disputare un campionato tranquillo. Speriamo di non essere impelagati in fondo e di riuscire a fare buone cose. Mi riferisco a prestazioni che possano far divertire la squadra e anche il pubblico, questo è un mio desiderio. Ripeto, il torneo è impegnativo e in alcuni momenti di sicuro ci sarà da lottare e da soffrire, ma auspico una crescita in modo da avere entusiasmo in tutto l’ambiente. Vorrei ottenere proprio questo”.
Qual è il suo gioco, ha un modulo prediletto?
“Prediligo attaccare con tanti uomini e portare più calciatori possibile nella fase offensiva, a prescindere dal modulo. In merito, vedo che la società si sta attivando molto per acquisire i giocatori giusti per ottenere un mix di gioventù ed esperienza e io spero di poter trasmettere qualcosa a tutti”.
In questi giorni si assiste a fallimenti di società gloriose come Bari, Cesena, Reggiana, ai presunti illeciti e plusvalenze fittizie di Parma e Chievo. Cos’ha determinato questa deriva del movimento-calcio?
“Sono un allenatore ed ex giocatore di serie A di lunga data e mi dispiace vedere quello che accade. Me ne meraviglio anche un po’ perché si sta facendo un calcio un al contrario, cioè non più come una volta. Si fa il passo più lungo della gamba quando invece bisognerebbe progettare e programmare. Purtroppo vedo che in questo mondo fanno cose pazzesche. Quando sento Bari o Cesena, che hanno rispettivamente circa 20 e 10mila abbonati, registrare debiti per cifre come 70milioni di euro rimango stupito. O ci sono alla base dei malfattori o non capisco, altrimenti non può essere. Dal lato tecnico, ritengo che si possano allestire buone squadre con costi giusti, anche ad alti livelli. Mi duole vedere queste cose”.
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