Categories: CRONACA

Tra malasanità e speranza, l’odissea di una paziente tra gli ospedali molisani e di fuori regione

La donna ha inviato una lettera agli organi di informazione per raccontare la sua storia e ringraziare i medici Cristiana D’Ambrosio e Marco Scarci per essersi prodigati per salvarle la vita


ISERNIA. Con una lettera inviata agli organi di stampa ha voluto raccontare il suo calvario. Le sue disavventure alle prese con una sanità non sempre attenta, ma anche la speranza conosciuta grazie a medici dediti e competenti.
Una storia, iniziata quattro mesi or sono, a metà tra un atto d’accusa e un inno al coraggio.

La paziente, già reduce da un cancro alla mammella risalente a tre anni prima, è giunta presso un ospedale del Molise perché accusava difficoltà respiratorie. Secondo la guardia medica si sarebbe trattato della cosiddetta ‘fame d’aria’, ovvero del blocco di un polmone. Secondo altri medici di una polmonite attinica.
Una settimana di ricovero senza grossi miglioramenti, cui è seguito il trasferimento in una struttura abruzzese, dove già in precedenza erano stati inviati degli esami clinici, quali tac e pet, senza riscontri di sorta.

Ad offrire una chance alla paziente – come la stessa racconta nella missiva – è stata, poi, la dottoressa Cristiana D’Ambrosio di Isernia. Quest’ultima avrebbe, infatti, indirizzato la donna da un suo collega di specializzazione, il dottor Marco Scarci, specialista riconosciuto a livello europeo, direttore della struttura complessa di Chirurgia toracica e direttore del Congresso europeo di chirurgia toracica a Monza. Quest’ultimo, all’atto della visita, ha formulato immediatamente la diagnosi: tumore ai polmoni, disponendo ricovero ed intervento d’urgenza presso l’ospedale lombardo.

L’operazione è stata eseguita il giorno successivo, con l’utilizzo di una tecnica innovativa mini invasiva, ed è andata a buon fine. Ora la donna dovrà sottoporsi alle necessarie terapie post-operatorie, ma non può non esprimere tutta la sua gratitudine per chi, dopo tante sofferenze e incertezze, le ha salvato la vita.

La lettera si conclude così con una eloquente frase: “Alla fine del tunnel si può trovare la luce. E la mia luce si chiama Marco Scarci”.

 

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Alessandra

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