Assise civica aperta infuocata a palazzo San Francesco a Isernia. Genitori e dirigenti scolastici degli istituti comprensivi cittadini a confronto per discutere la riorganizzazione dei plessi. Diverse le voci levatesi anche dalle minoranze, ma il sindaco e i ‘suoi’ tengono duro
ISERNIA. Una guerra di posizione: è quella che si è consumata dal pomeriggio nell’aula di palazzo San Francesco a Isernia, dove è andata in scena la riunione aperta dell’assise civica incentrata sul tema della sicurezza delle scuole e della redistribuzione della popolazione scolastica nei diversi plessi cittadini.
Ad aprire i lavori il sindaco Giacomo d’Apollonio e l’assessore all’Istruzione Sonia De Toma, che hanno spiegato la ratio alla base della scelta di dislocare gli istituti comprensivi Giovanni XXIII e San Giovanni Bosco in due poli, rispettivamente in quello di San Lazzaro e in quello nuovo di San Leucio.
Un’organizzazione pronta a diventare operativa dal prossimo anno scolastico. Soluzione illustrata lo scorso febbraio, avallata dalla dirigenza e dal consiglio d’Istituto della San Giovanni Bosco e avversata, invece, dal Comitato genitori, dalla dirigenza e dal Consiglio della Giovanni XXIII.
Gli esponenti di quest’ultima istituzione hanno chiesto e continuano ad invocare l’accorpamento momentaneo delle due medie, “le uniche attualmente ancora a forte rischio sismico”, nel quasi ultimato stabile di San Leucio, salvo pervenire alla costituzione dei due poli in tempi successivi.
Ma l’amministrazione è apparsa ferma sulle proprie decisioni, per ragioni tecniche – in virtù di lavori programmati e attuati nel tempo – e di continuità didattica.
Oltre che di necessità, con particolare riferimento alla scuola Andrea d’Isernia che, stando ad una perizia effettuata dall’Unimol, va immediatamente trasferita.
“Non abbiamo preso decisioni in autonomia – ha precisato il primo cittadino – ma ci siamo confrontati sempre con le dirigenze scolastiche e con l’Ufficio scolastico regionale, con l’obiettivo primario di garantire la sicurezza di tutta la popolazione scolastica. Vogliamo dare vita ad un percorso formativo ben studiato, per dare continuità didattica a tutti. E non ci siamo inventati nulla con la soluzione dei due poli. Ma, costretti dall’emergenza sicurezza, stiamo attuando una riorganizzazione da tanto contemplata e sempre rinviata”.
L’assessore De Toma ha, quindi, ripercorso alcune tappe in ordine alla redazione del piano, dagli incontri tra le parti nel 2017, agli sviluppi del gennaio scorso, fino alla riorganizzazione stabilita a febbraio. “Dopo varie riunioni con i dirigenti e confronti con i comitati, – ha detto l’esponente di giunta – è stato messo a punto il piano che prevede la realizzazione di due poli. Uno al centro della città e uno a San Lazzaro, che comunque è una zona centrale. Abbiamo ragionato nel rispetto di tutte le persone che compongono l’ambiente scolastico – ha ribadito – A San Lazzaro verrà creato un polo dove ci saranno scuola primaria, asilo e medie”.
Ad intervenire per il Comitato Giovanni XXIII Lucia Di Rollo, la quale ha evidenziato come i ‘numeri’ darebbero loro ragione, in termini di spazi e popolazione scolastica, e come “trattandosi in ogni caso di soluzioni transitorie”, quella avanzata dal Comitato stesso sarebbe “la più giusta, in quanto metterebbe al sicuro tutti gli alunni delle medie, ad oggi più esposti a rischio, lasciando inalterati gli equilibri, con gli altri edifici che sono già occupati intensivamente”.
Poi l’alternativa: lanciata addirittura l’idea dell’inversione dei poli.