Gli extracomunitari avevano contratti regolari, come ha raccontato il procuratore di Foggia Ludovico Vaccaro, che coordina le indagini. Intanto questa mattina si è svolta la marcia dei  ‘berretti rossi’ a Foggia, nel pomeriggio la manifestazione organizzata dai sindacati


CAMPOBASSO. Si è svolta oggi a Foggia la marcia dei ‘berretti rossi’, organizzata dall’Usb per dire che non si può morire di lavoro, dopo il tragico incidente sulla statale 16, costato la vita a 12 braccianti africani. Alcuni dei quali avevano lavorato nei campi della regione, lunedì, prima del terribile schianto tra il furgoncino sul quale viaggiavano gli extracomunitari e un tir. Migranti che erano stati impegnati in tre, forse in quattro aziende del Basso Molise.

Sembra con contratti regolari, come emerge dalle prime anticipazioni dell’inchiesta, coordinata dal procuratore di Foggia Ludovico Vaccaro. Che però conferma che si sta approfondendo solo la posizione di un’impresa molisana. 

“Le indagini stanno andando avanti – ha detto il procuratore all’agenzia Dire – Stiamo svolgendo accertamenti per individuare le imprese da cui provenivano le persone morte nell’incidente stradale: diverse imprese pugliesi e una con sede in Molise. Al momento sono sette le vittime identificate – ha aggiunto il procuratore – originarie di Gana, Mali, Niger, Guinea e Senegal, regolarmente assunte da una impresa molisana: lo rivelano i documenti acquisiti. Mi sento di dire che al momento non si evincono irregolarità o illeciti”.

Gli investigatori hanno ascoltato i due braccianti sopravvissuti al tremendo scontro, ricoverati nell’ospedale di San Giovanni Rotondo. “Le loro testimonianze hanno fornito elementi utili alle indagini”, ha concluso Vaccaro. 

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