La procura di Larino ha messo sotto inchiesta alcuni operatori del settore agricolo
LARINO. Sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Larino con l’accusa di caporalato: si tratta di tre operatori del settore agricolo, che avrebbero a che fare con i 12 braccianti africani morti nel terribile incidente del 6 agosto scorso tra Lesina e Ripalta, in provincia di Foggia, a pochi chilometri da Termoli.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore capo di Larino Antonio La Rana, verte sulle ipotesi di sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita. È giro di vite, dunque, sul caporalato in basso Molise, stando a quanto riferito dall’Ansa: le forze dell’ordine sono state invitate a effettuare controlli capillari, onde evitare “speculazioni – ha detto il dottor La Rana all’Ansa – su persone che vivono sul nostro territorio in condizione di estremo bisogno. Ci avvarremo di tutti gli strumenti che la legge ci consente per contrastare questa attività illecita – ha proseguito – Sono già state sensibilizzare le forze dell’ordine per alzare la guardia nel monitorare e reprimere questo odioso fenomeno”.
Sette dei dodici braccianti morti lavoravano presso l’azienda agricola ‘Di Vito’ di Campomarino. L’inchiesta della procura molisana procede su un binario parallelo, ma distinto rispetto a quella della magistratura foggiana con il pm Ludovico Vaccaro, competente in quanto l’incidente mortale è avvenuto appunto in territorio pugliese.
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