HomeNotizieCULTURA & SPETTACOLI'Melodia op.1', la recensione di Giovanni Petta

‘Melodia op.1’, la recensione di Giovanni Petta

Presentato in Agnone il romanzo di Andreina Di Girolamo


di Giovanni Petta

Trovarsi invitati da un’amica a valutare vecchie carte di famiglia. Scoprire, tra quelle carte, spartiti interessanti di parenti che frequentavano il Conservatorio di Napoli alla fine dell’Ottocento. Innamorarsi delle musiche trovate e provate al pianoforte per poi iniziare una ricerca sulla vita del compositore. Fermarsi su una pagina che, nel silenzio di un archivio, riporta in modo crudo e asettico «avrebbe dovuto dare gli esami di diploma (composizione) nella sessione di ottobre 1900, ma si è suicidato il 18 settembre 1900». Franco Paolantonio aveva 22 anni.

Sembra la trama di un romanzo. Invece è quanto accaduto ad Andreina Di Girolamo, docente al conservatorio di Campobasso e direttore artistico degli Amici della Musica del capoluogo regionale.Quelle righe, che raccontano la fine di un ragazzo fragile e inquieto, talentuoso e profondo, la spingono a mettersi al lavoro per trovare verità, per salvare cose importanti dall’oblio e per scrivere quel romanzo che non c’era.

Ora c’è. È uscito per le edizioni Albatros, si intitola «Melodia Op. 1» e racconta la vita di Franco Paolantonio, giovane compositore agnonese nato nel 1878 e partito per l’Argentina, nel 1896, con la madre, due fratelli, la nonna, lo zio. Non si sa perché il padre non fosse con loro: si può immaginare che fosse morto prima di quella data e che il trasferimento fosse voluto da una parte della famiglia che già viveva a Buenos Aires.

A quindici anni, Franco Paolantonio torna in Italia per studiare musica a Napoli e per porre fine alla sua esistenza sette anni dopo. Non sono molte le notizie sulla sua vita ma Andreina Di Girolamo le raccoglie tutte e le mette in ordine per ricostruire gli spostamenti, le emozioni e, soprattutto, la musica e l’inquietudine del musicista.

Paolantonio è stato un compositore ancora legato alla classicità ma di una creatività melodica impressionante. Le sue musiche sono lontane dall’impressionismo francese o dalle avanguardie novecentesche, non si rivestono di dissonanze o cromatismi arditi. Si tengono a quanto appreso nell’Ottocento e accennano appena a quelle novità che apriranno al nuovo secolo. Tuttavia, le linee melodiche parlano di un’anima che deve esprimersi e che può farlo solo con la musica. Raccontano un tormento profondo, esplicitato con dolcezza: il nucleo che, forse, porterà poi al gesto estremo.

Andreina Di Girolamo coglie tutto questo con grazia e lo restituisce con passione. Si addolora profondamente alla vicenda umana. Sente empaticamente la sofferenza della madre che riceve a migliaia di chilometri di distanza la notizia della morte del figlio. Cerca conforto nella musica del giovane compositore. Lo abbraccia come fosse suo figlio e salva la sua esistenza dall’oblio, riportando sulla pagina scritta i pochi anni vissuti da Paolantonio.

Il libro della Di Girolamo è un atto d’amore, oltre che essere un importante documento storico della nostra terra. È persino un romanzo da leggere, in questa fine estate, per osservare diversamente le separazioni tra Europa e Africa causate dal transito mediterraneo dei barconi: lontananze e sofferenze che non hanno spazio definito né tempo.

Unisciti al gruppo Whatsapp di isNews per restare aggiornato in tempo reale su tutte le notizie del nostro quotidiano online: salva il numero 3288234063, invia ISCRIVIMI e metti “mi piace” al nostro gruppo ufficiale

Più letti

‘Le donne nella Chiesa dei primi secoli viste da una monaca...

Ospite speciale la badessa del monastero delle benedettine di Sant’Anna di Bastia Umbra Madre Noemi Scarpa SAN VINCENZO AL VOLTURNO. Domenica 28 aprile alle ore 17:30...
spot_img
spot_img
spot_img