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Molise nell’ex Obiettivo 1, Uil: “Un fallimento, invertire la rotta”. Dubbi sulla capacità di spesa dei fondi Ue

La riflessione della segretaria generale Tecla Boccardo che intravede, seppur nel fondo, un’opportunità di sviluppo per la regione ma esorta il governo locale ad aumentare la capacità progettuale sulla programmazione comunitaria


CAMPOBASSO. Per la segretaria regionale della Uil Molise il passaggio della Regione Molise da regione “in transizione” a “meno sviluppata”, nella classifica che stila l’Unione Europea in occasione della presentazione del proprio bilancio pluriennale, sarebbe un dato su cui riflettere. Un dato che certifica, comunque, un fallimento e che apre un interrogativo sul futuro, ossia se il Molise sarà in grado di spendere le risorse aggiuntive che arriveranno dall’Ue.

“Se da un lato questa posizione nella classifica delle regioni potrebbe generare un maggior finanziamento da parte dell’Unione Europea a nostro favore, al fine di ridurre le disparità e riavvicinarci alla media Ue, – afferma Tecla Boccardo in una nota -dall’altro possiamo affermare che il fallimento del Molise è stato praticamente certificato.

Il declassamento, difatti, avviene in quanto i parametri legati al PIL pro-capite e al potere d’acquisto sono scesi in maniera considerevole, indubbiamente a causa della chiusura delle poche grandi aziende che qui offrivano lavoro, producevano ricchezza e generavano volumi economici. Dunque, alla luce di questa ‘ritrovata collocazione’, nella programmazione 2021-2027 potremo beneficiare di risorse comunitarie davvero importanti. Non una semplice occasione di spesa, ma una concreta opportunità di sviluppo”.

Ma qui, la seconda nota dolente. “Per quanto cospicue e di utilizzo ampio, – prosegue la sindacalista – saremo capaci di spenderle? I numeri sono chiari: siamo una regione che i Fondi europei non li spende o non li rendiconta, nonostante attraverso un loro utilizzo cadenzato e continuo, avremmo tratto benefici economici e soprattutto sociali.
Oggi, invece, siamo ancora in crisi, con le vertenze aperte, con salari tra i più bassi d’Italia, che fanno il paio con pensioni bassissime. Allora, cominciamo a correre su ciò che resta della programmazione 2014-2020, aumentando la nostra capacità progettuale e la relativa spesa, incentivando gli investimenti.

Siamo dinanzi a una nuova opportunità – conclude Boccardo – e non sfruttarla la massimo, sulla base di un progetto solido e percorribile, davvero significherebbe voler male a questa terra”.

 

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