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Elezioni, parla Battista: “Attendo l’esito delle Provinciali, ma al Comune sarà tutto diverso”

Lo ha detto il sindaco di Campobasso e capo dell’amministrazione di Palazzo Magno, dopo la presentazione di tre liste, una delle quali trasversale, per l’elezione dei nuovi consiglieri dell’ente di via Roma. Dalla disponibilità a sottoporsi alle Primarie a una sua valutazione sulla situazione del Pd, a livello regionale e nazionale, in questa intervista a ‘IsNews’


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. Tre liste e una maggioranza che rischia di vacillare. O addirittura di venire meno. A quello che succederà da qui a tre settimane, quando si voterà per eleggere i nuovi componenti del Consiglio provinciale di Campobasso, il presidente dell’amministrazione di Palazzo Magno Antonio Battista dice che sta “guardando con attenzione”.

Un’attenzione dovuta al fatto che, pur nelle more di un’elezione di secondo livello – il 31 ottobre non voteranno i cittadini ma gli amministratori – con la presentazione delle liste provinciali si è creata una situazione politica a dir poco inedita. Non più scontro centrosinistra-centrodestra (tra ‘Cives-Provincia democratica’ e ‘Insieme in Provincia’) ma contesa a tre, tra le due coalizioni principali e ‘Provincia amica’, la formazione civica trasversale che ha in qualche modo concretizzato il progetto di ‘Terzo Polo’. Di cui si parla da anni. E con Michele Iorio, Quintino Pallante e Rosario De Matteis tra i promotori di un’aggregazione che, puntando a ridimensionare il ruolo del governatore Donato Toma, ha raccolto anche pezzi del centrosinistra. A partire dal già coordinatore di Mdp Matteo Gissi.

Insomma, dal 1° settembre 2016, anno in cui Antonio Battista è stato eletto presidente della Provincia di Campobasso, di acqua ne è passata sotto i ponti. 

“Certo è una novità – questo il primo commento del presidente della Provincia sulla presentazione delle liste – ma voglio evidenziare che si tratta di elezioni di secondo livello, in cui votano solo gli amministratori e in cui non c’è l’apparentamento, ma solo una vicinanza ideale. Certo che poi questa procedura è un abominio, creato da chi ha messo in piedi il meccanismo che sta alla base di queste elezioni. Cosa succederà da qui a qualche settimana? Vediamo cosa succede e vediamo come si porranno i nuovi consiglieri nei confronti dell’amministrazione e del presidente. Qui si parla del fare quotidiano, di portare avanti un’azione politica e operativa che incontra già non poche difficoltà, visto il ruolo che è stato dato ora alle Province”.

Ma pensa che quello che è appena avvenuto ora a Palazzo Magno sia una sorta di laboratorio, un’anticipazione di quello che potrebbe succedere tra pochi mesi al Comune di Campobasso? 
“A mio avviso si tratta di due situazioni del tutto slegate. Le amministrative sono un’altra cosa, seguono ben altri meccanismi, anche a livello politico. E i cittadini votano diversamente dagli amministratori”.

Lei è intenzionato a riproporre la sua ricandidatura a sindaco di Campobasso?
“La mia ricandidatura è ancora da discutere, nella mia mente, con la mia famiglia e con i miei amici, per metterla poi nella disponibilità del centrosinistra, attraverso le Primarie o altri meccanismi che vorranno essere indicati”.

Quindi è d’accordo sulla possibilità di sottoporsi alle Primarie?
“Ordinariamente non si segue questa strada per riproporre un sindaco uscente, ma se questo può servire a rafforzare l’intera coalizione di centrosinistra sono assolutamente d’accordo a chiedere di convocarle”.

Ritiene che rispetto a quattro anni fa Campobasso sia cambiata o il cambiamento che auspicava non si è ancora concretizzato?
“A breve faremo un consuntivo di quello che abbiamo realizzato. Se Campobasso è cambiata? Certo che sì, anche perché finalmente possiamo ragionare con un’ottica di proiezione al futuro. Abbiamo avviato la Zona franca, progetto che sta già avendo effetti sull’economia cittadina e insieme all’Anci stiamo ragionando con il Governo Conte per cercare di ottenere i famosi 18 milioni di euro del Bando periferie. Fondi che oltre alla riqualificazione del mercato coperto di via Monforte ci consentiranno di realizzare una serie di servizi, strade, marciapiedi, fognature, nei quartieri cittadini” .

Resta il grande nodo della sicurezza delle scuole.
“Ma abbiamo avviato tanto: agli oltre 5 milioni di euro già impegnati per mettere in sicurezza i nostri istituti si aggiungono gli altri finanziamenti a bando, per un totale di oltre 17 milioni di euro, senza contare i finanziamenti della Provincia. Tra qualche giorno, il 17 ottobre, si apriranno le buste per la presentazione dei progetti relativi alla realizzazione dei nuovi Poli scolastici. Insomma, sulle scuole non ci siamo fermati un attimo”.

Come guarda a quello che sta succedendo nel Pd regionale? Da parte sua, finora, nessun endorsement.
“Quello che posso dire è che sono convinto che alla fine riusciremo a trovare per la segreteria del Pd la persona giusta, quella in grado di fare unità nel partito e nel centrosinistra”.

A livello nazionale qualcuno l’ha invece già data con Zingaretti.
Non ho ancora preso una decisione, certo è che sto guardando con grande interesse alla proposta di Zingaretti”.

Crede che il Pd sia ancora in grado di parlare agli elettori e di invertire il meccanismo di caduta libera che sta vivendo?
Ne sono convinto, ma se la politica cambia dobbiamo cambiare il linguaggio. Se i cittadini non ci capiscono più è colpa nostra e non loro. Bisogna parlare con le persone, io da sindaco lo faccio tutti i giorni, dobbiamo parlare con chi vive le situazioni di difficoltà, perché è quella la nostra gente, ma anche con chi non ci vota più o non ci ha mai votati. E dobbiamo farlo esprimendo i valori del centrosinistra. Quelli veri. Basta strizzare l’occhio alle banche”.

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Carmen

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