Commissario ad acta, l’identikit del prescelto sul tavolo del ministro Grillo

La sanità, alla fine è sempre il tasto dolente, l’argomento del quale si fa fatica a non parlare. Un tema che ha un impatto rilevante sulla vita delle persone, sul quale il Movimento 5 Stelle ha deciso di spendersi non appena si è formato il Governo e quindi si è entrati nella ‘stanza dei bottoni’.

“Ripartiamo dalle macerie della gestione Frattura – dice ancora Federico, che ha ‘condiviso’ con l’ex governatore la scorsa legislatura dall’altra parte della barricata, dai banchi dell’opposizione dove sedeva con la ‘sola’ Patrizia Manzo – e i temi dirimenti sono essenzialmente tre: rientro dal debito, previsto per quest’anno con l’ipotesi dell’azzeramento del deficit nella speranza che si possa avverare; garanzie dei livelli essenziali di assistenza e risoluzione delle convenzioni extra budget.

Per tornare a Scurti – dice – come si può pensare che ci siano conflitti politici quando invece noi stiamo lavorando per rivedere una convenzione che ci costa 12 milioni?

Come si può lontanamente ipotizzare un ‘collegamento taciuto’ quando sosteniamo che il presidente della Regione, politicamente sostenuto dal gruppo Patriciello, non sarebbe stato in grado di ottemperare alle prescrizioni del tavolo tecnico come, ad esempio, quella che riguarda  la rivisitazione della convenzione extra budget con il Neuromed?”

Nomi per una idea del futuro commissario ad acta nemmeno a parlarne. “Si tratta di professionalità di alto spessore istituzionale – glissa con diplomazia – figure che hanno ruoli di rilevanza e che non sarebbe proprio il caso di chiamare in causa ora”.

Tipo? “Prefetti, vertici delle forze dell’ordine…”

Certo è che i curricula sono già sul tavolo del ministro Giulia Grillo, che proprio Federico ha incontrato a margine dell’approvazione della normativa che ristabilisce l’incompatibilità tra il commissario ad acta e i ruoli di vertice delle istituzioni regionali. Sarà proprio lei ad indicare le professionalità più adatte al ministro Tria, che in seguito conferirà l’incarico.

I tempi. Posto che dalla normativa si evince che entro i 90 giorni dalla pubblicazione del decreto saranno poi designati i commissari ad acta (Toma non è l’unico finito sulla graticola), vien da chiedersi se per il Molise saranno più brevi. Si, perché c’è un distinguo da fare: il presidente Toma non riveste il ruolo di commissario ad acta, come in altri casi tipo i governatori De Luca e Zingaretti. Ergo, potrebbe volerci meno tempo per la designazione, visto che il ruolo è vacante.

“Tempi brevi, sì – conferma Federico – ma sempre successivi alla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. I nomi già ci sono, bisogna solo attendere la garanzia in più derivante dalla pubblicazione che, di fatto, rende il decreto esecutivo”.

Ma i portavoce molisani del Movimento, parlamentari e senatori, hanno fornito qualche indicazione, offerto qualche suggerimento al ministro Grillo?

“L’indirizzo politico, certo. Due sono i pilastri sui quali questa nomina deve fondarsi: preservare la sanità pubblica, non sostituendola ma affiancandola con quella privata. E poi la certezza delle cure con una rete dell’emergenza adeguata. Da queste due certezze non si può prescindere”.

Ma allora, un indizio su un possibile commissario. Almeno una indicazione geografica. Sarà un molisano? “Scusa, devo votare” dice ridendo.

ellesse

 

Unisciti al gruppo Whatsapp di isNews per restare aggiornato in tempo reale su tutte le notizie del nostro quotidiano online: salva il numero 3288234063, invia ISCRIVIMI e metti “mi piace” al nostro gruppo ufficiale