Presentato a Campobasso il ‘Dossier statistico sull’immigrazione’ relativo al 2017: il Molise accoglie circa 14mila cittadini stranieri su una popolazione di 308mila circa abitanti, con una incidenza del 4,5%. Meno di 10mila i soggiornanti non comunitari
CAMPOBASSO. Immigrazione in Molise: questa volta parlano i numeri. Che smontano le singole percezioni e disegnano un quadro diverso da quello che si immagina.
L’occasione è la presentazione, che avviene oggi in tutta Italia, del ‘Dossier statistico sull’immigrazione’, del Centro studi e Ricerche Idos in partenariato con il ‘Centro Studi Confronti’. Al centro dell’analisi, quindi, i dati effettivi, reali del fenomeno che riguarda da vicino anche il Molise dove il flusso migratorio è attivo da oltre 20 anni.
Al tavolo dei relatori il professor Norberto Lombardi, la professoressa Hilde Caroli Casavola e la dottoressa Chiara Cancellario, redattori regionali del dossier.
“L’analisi statistica offre una radiografia permanente del fenomeno migratorio, i numeri consentono discussioni utili, aiutano ad uscire dalla polemica e dall’acidità politica e offrono una analisi sociale obiettiva delle tendenze in atto”, ha messo subito in chiaro la professoressa Caroli Casavola – I dati ci danno la dimensione del fenomeno, senza questi è difficile comprendere, a meno che non si voglia solo fare notizia”.
La dottoressa Chiara Cancellario, che si è occupata dell’elaborazione del dato regionale presente nel dossier, insiste: “Occorre interpretare i dati all’interno del contesto nazionale e internazionale. L’Italia non è un’eccezione, anzi, come sapete, l’incidenza dei cittadini stranieri sul territorio italiano è più bassa rispetto alla Germania. Soffriamo però dell’assenza di una governance sostenibile. E – azzarda – le emigrazioni forzate e gli sbarchi sono effettivamente in calo dal 2017, ma non possiamo farne un vanto quando questo accade a scapito dei diritti umani con sistematiche violazioni di questi ultimi”.
In riferimento ai richiedenti asilo, ospiti degli Sprar e dei Cas ancora rimasti (visto che anche le amministrazioni si sono convinte nel perseguire la prima soluzione, che contempla numeri di accessi più contenuti e quindi una maggiore possibilità di integrazione), fino al 2017 erano 3mila e 100 (in tutta la regione) e stanno progressivamente diminuendo (si conta al momento una diminuzione di 200 arrivi). La permanenza è strettamente connessa alla tempistica per il rilascio dei documenti, quella italiana è una delle più lunghe d’Europa.
Una precisazione d’obbligo: i dati oggetto dello studio si riferiscono, naturalmente, al 2017 e riguardano i cittadini stranieri regolarmente residenti sul suolo regionale. Sono stati calcolati su una popolazione di 15 anni e oltre, tranne per i tassi di attività e occupazione che fanno riferimento a soggetti tra i 15 e i 64 anni.