HomeNotizieCULTURA & SPETTACOLI‘La Divina Commedia’ consacra Isernia capitale di cultura

‘La Divina Commedia’ consacra Isernia capitale di cultura

Poi, il cast. Antonello Angiolillo presta corpo e voce ad un Dante intenso, commovente e umanissimo, lontano dalla figura del ‘divin poeta’ cinto di alloro a cui siamo abituati. Ortis interpreta un Virgilio maestro e padre, guida e amico, simbolo della ragione e della libertà dell’uomo. Bellissimo, in tal senso, il confronto con il Catone di Brian Boccuni, classe 1992, alle porte del Purgatorio. Altro grande tema è quello de ‘l’amor che move il sole e l’altre stelle’, simbolicamente rappresentato da Beatrice – un’ultraterrena Myriam Somma – nel cui volto Dante, infine, rivede la divinità e tutte le ragioni che ivi l’hanno portato; e la poesia, guida e maestra, personificata da Virgilio e cantata da Dante con Guido Cavalcanti e Arnaut in una delle canzoni più belle del secondo atto. Purtroppo, il musical non può entrare nei dettagli di ogni incontro ed ogni storia narrata da Dante, ma pur selezionando riesce a cogliere l’essenza del racconto e i personaggi che più sono fissati nell’immaginario collettivo: Da Pier delle Vigne, interpretato da un potentissimo Daniele Venturini, all’Ulisse muscolare e sognante di Angelo Minoli, all’inquietante e quasi cartoonesco Caronte di Francesco Iaia – magnificati da un trucco, da una coreografia e da una scenografia meravigliose – si passa per la tragedia di Paolo e Francesca, interpretata con lirismo drammatico da Manuela Zanier, alla molisanissima Mariacarmen Iafigliola che mette in scena una Pia de’ Tolomei leggiadra ma carica di malinconia e tristezza.

Riempie il cuore di fierezza sapere che uno spettacolo così immenso, ambizioso, forte di una produzione internazionale e pronto per sbancare i teatri di mezzo mondo sia partito proprio da Isernia. Forse questo è accaduto anche grazie a chi, negli anni, non ha mai smesso di lottare a più livelli contro il pregiudizio secondo il quale l’isernino medio sarebbe insensibile all’arte. La verità è che c’è una città affamata di teatro, cultura, musica, una città che vuole essere viva e vibrante, e che merita di essere corrisposta con lo stesso amore che ieri sera si è riversato in auditorium per ‘La Divina Commedia’.

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