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Consiglio, la lunga notte: arriva la proposta taglia costi dei 5 Stelle, bagarre in aula

Andrea Greco ‘furioso’ perché non è stata accolta la sua richiesta di rinvio, tanti battibecchi tra maggioranza e 5 Stelle: alla fine, verso l’una di notte, l’aula boccia la proposta di legge con la quale si chiedeva l’abrogazione dell’istituto della surroga che consente nuovi ingressi di consiglieri al posto degli assessori


CAMPOBASSO. In ossequio alla regola che le cose più fastidiose si affrontano nottetempo, per sfinire l’avversario ed evitare troppa attenzione, ieri notte il Consiglio regionale – che alle 21.30 ha terminato la discussione sulla modifica dello Statuto e incassato un risultato (a metà) insperato – ha affrontato anche la proposta di legge del Movimento 5 Stelle. La legge ‘taglia poltrone’ e ‘taglia costi’ visto che propone di abrogare l’istituto della surroga degli assessori: grazie a questo articolo della legge elettorale approvata sul finire della scorsa legislatura, i consiglieri nominati assessori lasciano il posto nell’aula ai primi dei non eletti delle rispettive liste di appartenenza.

Nottetempo, quindi, l’aula condotta dal presidente Micone ha deciso di affrontare l’argomento, dopo una giornata passata tra vertenza Gam e modifica dello Statuto. Inutile la richiesta avanzata dal primo firmatario, Andrea Greco, di rinviare l’argomento per ‘motivi personali importanti’. Nulla, l’aula ha deciso di passare ‘sopra al cadavere’ (metaforicamente parlando, sia chiaro) e ha dato il via allo show.

Un Greco preso dai ‘demoni’ avrebbe lanciato le carte in aula, protestando vibratamente (come è nel suo stile) contro la decisione. Fatto sta che per quattro ore circa (il Consiglio è terminato dopo l’una di notte) si è discusso animatamente della proposta e, come da copione, è stato bocciato tutto l’impianto normativo, compresi gli emendamenti presentati dai 5 Stelle che hanno deciso, a un certo momento, di utilizzare l’arma dell’ostruzionismo. All’attenzione dell’aula, infatti, anche la proposta di destinare i risparmi ricavabili dall’applicazione della norma ad alcuni settori sanitari, finanziando il fondo per le malattie rare. Nulla da fare.

primiani de chirico

“Abbiamo portato in aula un tema che non riguarda solo i costi che naturalmente aumentano (il conteggio dei 5 Stelle parla di 4 milioni in una legislatura, ndr) ma anche e soprattutto le incongruenze della norma – spiega il portavoce Fabio De Chirico (nella foto accanto al collega Primiani, ndr) – che attengono  tre rilievi ai quali noi teniamo molto”.

Il discorso dei 5 Stelle, come spiega bene De Chirico, oltre a quello squisitamente economico legato al risparmio, riguarda il regime di ‘precarietà’ dei consiglieri che tale norma introduce: si diventa consiglieri solo perché il primo degli eletti è stato nominato assessore e poi, ove mai dovesse essere ‘ricusato’ dal presidente, il meccanismo avviene al contrario. L’ex assessore torna fra i banchi e il consigliere che è subentrato torna a casa, lasciando in sospeso tutto quello che in quel periodo aveva avviato in termini di proposte, atti e così via.

“Inoltre tale normativa ha un suo peso anche nella fase preelettorale, quella della composizione delle liste e nell’aspetto meritocratico che attiene la composizione della Giunta perché diventa tutto un puzzle da comporre in vista di chi diventa assessore, chi entra in Consiglio, chi subentra e così via. Chi fa più pressioni entra nell’Esecutivo oppure chi ha più competenze?” si chiede De Chirico.

Che, questa mattina dopo la ‘lunga notte dei coltelli’ ha espresso il suo parere anche attraverso i social.

“Nonostante la richiesta legittima di rinvio – ha scritto su Facebook –  i Presidenti hanno volutamente aprire lo scomodo dibattito in un’ora tarda per l’assenza totale dei giornalisti e degli spettatori, non sapendo però che l’eroico Andrea, primo firmatario della legge, li avrebbe portati a notte fonda. Nessun ascoltatore ha potuto evidenziare quindi dal vivo, attraverso gli interventi di quasi tutti i consiglieri, le numerose incongruenze che quella norma comporta: innalzamento dei costi, precarietà dei consiglieri, logica clientelare, alterazioni su composizione liste e soprattutto su composizione Giunta, in barba alla meritocrazia. Ovviamente bocciata sonoramente! Grazie, ce lo ricorderemo”.

Nel dibattito si sono raggiunti toni eccessivi quando si è affrontato l’altro tema introdotto dalla proposta di legge dei 5 stelle: quello delle indennità corrisposte ai consiglieri sospesi per gli effetti della legge Severino. Nell’idea del Movimento la percentuale di indennità erogabile avrebbe dovuto essere minima, stante la sospensione dal ruolo di consigliere e quindi l’impossibilità di lavorare legata agli effetti della normativa. L’uno per cento può bastare, secondo i 5 Stelle.

E pare che da questo punto in poi si sia scatenato un dibattito ‘alto’ in quanto a toni e al tema tra le diverse anime della maggioranza e i portavoce. Sembrerebbe, al riguardo, che Micone voglia infine perseguire ‘come da regolamento’ il comportamento in aula del portavoce Andre Greco.

Alla fine della storia, dopo l’una di notte, la proposta di legge è stata ovviamente bocciata dalla maggioranza e la votazione è finita 14 a 6. Il Partito democratico, come aveva già più o meno fatto capire, ha votato no. Del resto, quella legge elettorale sulla quale si discuteva e che si voleva modificare nella parte che istituisce l’istituto della surroga degli assessori, è stata concepita durante la legislatura targata Pd.

“Non finisce qui – avverte De Chirico – non lasciamo perdere. Di certo abbiamo in cantiere altre iniziative”.

 

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