“La legge elettorale, che avrebbe dovuto ridurre il numero dei partitini – è la frecciatina rivolta a chi sembra intenzionato ad abbandonare la baracca – ha invece prodotto un effetto moltiplicatore e troppa autoreferenzialità. E’ sempre successo e non mi stupisco più di tanto, ma ovviamente non va bene. Bisogna superare gli individualismi e ritrovare le motivazioni dello stare insieme, ragionare in un’ottica di coalizione”.

Solo ieri Battista ha presieduto la prima seduta del nuovo Consiglio provinciale. A guida centrodestra. Se i nuovi consiglieri volessero mettergli i bastoni tra le ruote potrebbero farlo con una certa facilità. Anche se il potere decisionale, con la riforma delle Province, resta ben stretto nelle mani del presidente. Questo Battista ci tiene a puntualizzarlo, per poi precisare di non temere che la situazione verificatasi a Palazzo Magno possa essere un anticipo di quello che avverrà da qui a sei mesi. Quando si tornerà a votare a Campobasso, per eleggere il nuovo sindaco.

“Si tratta di due meccanismi completamente differenti – la sua riflessione in proposito – Alle Provinciali, che sono elezioni di secondo livello, votano i sindaci, gli amministratori, che devono rispettare i diktat dei partiti, dei parlamentari e dei consiglieri regionali. Alle Comunali votano i cittadini, che non hanno tutti questi condizionamenti”.

Il ‘vento’ politico, però, va in un’altra direzione. E la corsa a salire sul carro del vincitore è già in pieno svolgimento. Anche al Comune. Dove c’è chi il ‘salto della quaglia’, verso i partiti in crescita secondo i sondaggi, Lega in testa, lo ha già fatto o si prepara a farlo. Da qui a qualche settimana o in ‘zona Cesarini’. Al momento della presentazione delle liste. Com’è sempre accaduto. E come di certo accadrà anche nella primavera del 2019.

Ma gli spazi per far sì che il centrosinistra resti forza di governo per Antonio Battista ci sono ancora. “Il centrosinistra – questa la sua ricetta – deve tornare a parlare a chi vive le situazioni di difficoltà, perché la nostra gente è quella, non sono certo le banche. E deve farlo con il linguaggio della gente, cosa che io da sindaco faccio quotidianamente”.

 

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