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Maltempo, il sindaco di Pettoranello chiede il riconoscimento dello stato d’emergenza

Ingenti i danni registrati nell’area del Nucleo Industriale del suo Comune. Non si esclude anche il ricorso in Procura, alla luce delle reiterate istanze dell’amministrazione per la sistemazione degli argini del fiume Carpino


PETTORANELLO DEL MOLISE. Lasciata alle spalle l’emergenza maltempo, al via la conta dei danni in provincia di Isernia. E quelli registrati, in particolare nella zona industriale di Pettoranello del Molise, pare siano decisamente ingenti.
Tant’è che il sindaco Andrea Nini ha annunciato l’invio alla Regione della richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza. Decisione maturata per dare un concreto sostegno agli imprenditori del posto, messi in ginocchio dalla copiosa pioggia, cui sono seguiti importanti allagamenti che hanno compromesso materiali, merci e locali.

Una situazione che probabilmente poteva essere evitata, dal momento che lo stesso primo cittadino da tempo invocava, sia presso il governo regionale che quello nazionale, l’avvio di interventi per il ripristino degli argini del fiume Carpino. E non si esclude a questo punto l’ipotesi di ricorrere alla Procura della Repubblica per accertare le eventuali responsabilità del caso.

Intanto, Nini avrebbe incassato un primo impegno da parte del governatore Donato Toma: “Mi ha garantito – afferma il primo cittadino – che, in tempi celeri, cercherà di risolvere i problemi relativi all’argine del fiume. Un intervento che doveva essere stato già realizzato ma rispetto a questa criticità non c’è stato il giusto interesse. La zona industriale di Pettoranello rientra nel perimetro dell’area di crisi complessa e quindi – incalza Nini – avrebbe meritato maggiore attenzione, visto che da cinque anni scrivo alla Regione per sollecitare la pulizia dell’alveo del Carpino. Intanto, ho inoltrato la richiesta dello stato di emergenza con la finalità di ottenere il risarcimento danni, perché solo in questo modo sarà possibile aiutare le piccole imprese. La paura è che le poche e coraggiose aziende rinuncino in via definitiva a tenere i loro stabilimenti nella zona industriale, che rischia di rimanere deserta. Mi auguro, anzi pretendo, un aiuto concreto da parte della giunta e del consiglio regionale”.

 

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Alessandra

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