‘Come se tu non fossi femmina’: il libro di Annalisa Monfreda

È stato presentato a Borgo Tufi il 25 novembre in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Un racconto di viaggio che la direttrice di Donna Moderna compie con le sue figlie, attraverso 50 lezioni per trovare la consapevolezza di essere donne oggi e domani


CASTEL DEL GIUDICE. Da Virginia Woolf, simbolo di emancipazione sociale e culturale delle donne, Annalisa Monfreda, direttrice delle riviste Donna Moderna e Starbene, ha tratto ispirazione per dare il titolo al suo primo libro “Come se tu non fossi femmina”, presentato il 25 novembre 2018 a Castel del Giudice, nella sala convegni di Borgotufi. “Virginia Woolf parla di scrittrici che scrivono come se non fossero femmine, che esprimono la ricchezza del loro genere senza il carico di consapevolezza del loro genere”, ha spiegato Annalisa Monfreda alla giornalista Maria Stella Rossi, che l’ha intervistata davanti ad una folta platea.

Un’esclusiva molisana, la presentazione del libro, edito da Mondadori, nell’albergo diffuso espressione di rinascita dei paesi delle aree interne dell’Appennino, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Un incontro molto partecipato da cui sono nati diversi spunti di riflessione, inframmezzati dall’interpretazione di alcuni brani del libro a cura dell’attrice Chiara Iannacone e dalla voce e chitarra dell’attore e musicista Maurizio Santilli.

Il libro è un viaggio, un racconto di viaggio che la scrittrice compie con le sue due figlie, dispensando 50 lezioni, che diventano un modo per riflettere sull’essere donne oggi e domani. “Solo se riusciremo a crescere maschi come se non fossero maschi, potremo innescare un cambiamento. Insomma, il lavoro da fare è crescere maschi femministi”, ha spiegato Annalisa Monfreda, puntualizzando la necessità di raccontare le donne non solo come vittime. La prima lezione del viaggio è considerata la più importante: “non perdere di vista la strada del desiderio”. Un invito a trovare la connessione con ciò che ci fa stare bene, a curare ciò che ci piace, imparare a volersi bene, per poi difendersi dal non amore degli altri.

“Il modo in cui ti ami è il modo in cui insegni agli altri ad amarti”, questo lo spunto con cui riappropriarsi del proprio benessere, non ponendosi in secondo piano rispetto ai figli, non per egoismo, ma per insegnare a prendersi cura di sé. E poi l’importanza di insegnare a trovare un equilibrio tra disciplina e creatività, perché apprendendo la disciplina si è liberi di essere e di creare. Insegnare a riconoscere la propria bellezza, ironizzando sui difetti, riconoscendo che fanno parte della propria identità. “Quello che noi siamo è una radice che ci portiamo del passato”.

E “riconoscere la propria scintilla in mezzo ai condizionamenti”, che ha a che fare con il lasciare i figli liberi di seguire le tante sfumature delle proprie passioni, anche se temporanee e anche se non tutte porteranno acqua nello stesso fiume. E inoltre riconoscere gli stereotipi in cui siamo immersi, per fare scelte consapevoli. Un esempio su tutti, quello della madre, che pur essendo cresciuta nello stereotipo di donna che lavora in casa, ha riconosciuto lo stereotipo e ne ha fatto una scelta volontaria di libertà. Al termine dell’incontro, il sindaco di Castel del Giudice Lino Gentile ha donato ad Annalisa Monfreda un albero di mele stilizzato, riferimento al meleto biologico Melise, con i ringraziamenti per aver “contribuito alla rinascita del borgo”. La serata si è conclusa nel ristorante Ocrà Favola Molisana di Borgotufi con una cena buffet.

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