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Acqua di sorgente in basso Molise, ancora ritardi. E i 5 Stelle chiedono lumi a Toma

Secondo un cronoprogramma annunciato proprio dal presidente della Regione, dalla metà di novembre l’acquedotto avrebbe dovuto servire tutti i termolesi e i cittadini dei comuni limitrofi. Ad oggi ancora si beve l’acqua potabilizzata del Liscione


CAMPOBASSO. Una infrastruttura di assoluta rilevanza per gli abitanti del Basso Molise che attendono, da oltre un decennio, di poter bere acqua di sorgente e non quella potabilizzata dell’invaso del Liscione.

E’ l’acquedotto del Molise centrale l’opera attesa da anni, che ha incontrato ostacoli di ogni genere (giudiziari prima e poi di realizzazione perché sono state necessarie alcune varianti al progetto originario a causa di movimenti franosi importanti che avrebbero potuto minarne l’effettivo completamento) e che si avvia conclusione. Ma, in linea con quanto accaduto negli ultimi anni del resto, le scadenze fissate dal governatore non sono state rispettate e il Movimento 5 Stelle chiede al presidente Toma di conoscere le motivazioni di questo ulteriore ritardo.

“Tre mesi fa, precisamente lo scorso 10 agosto, è stato inaugurato l’acquedotto Molise Centrale che dovrebbe portare l’acqua del Matese in tutto il basso Molise – ricorda il portavoce in Consiglio, Valerio Fontana (nella foto, ndr) -. All’inaugurazione era presente il governatore Donato Toma che nell’occasione annunciò il completamento dell’opera e l’attivazione del servizio a Termoli e nei Comuni limitrofi, entro metà novembre. Ricordo di aver vissuto con orgoglio quella giornata perché parliamo di una delle opere infrastrutturali più importanti non solo del basso Molise ma di tutta la regione. Per questo da quel giorno mi sono impegnato a tenere alta l’attenzione sulla gestione dell’acquedotto.

Purtroppo quel ‘metà novembre’ è trascorso da settimane e dai rubinetti dei bassomolisani ancora non scorre acqua di sorgente. La scadenza annunciata, quindi, non è stata rispettata nonostante il chiaro annuncio di Toma.

Ora vogliamo sapere il perché di questo ritardo: dopo 15 anni di promesse, migliaia di cittadini attendono ancora una risposta”.

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redazione

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