Il conduttore de ’I 10 comandamenti’, programma in onda sulla Rai, ha ricevuto l’onoreficenza del Centro Studi Molisano
CAMPOBASSO. La sala del Consiglio comunale è risultata essere troppo piccola per accogliere tutti i cittadini che hanno voluto ascoltare le parole del giornalista molisano Domenico Iannacone, conduttore del programma Rai ‘I 10 comandamenti’, al quale è stato consegnato il Premio San Giorgio 2018.
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Istituito oramai da alcuni anni, il premio viene attribuito annualmente dal Centro Studi Molisano ad una persona della regione che si sia particolarmente distinta in uno o più dei diversi campi della conoscenza umana, in particolare in campo artistico, storico, giuridico, economico, sociale, scientifico o per l’impegno dimostrato nella salvaguardia dei valori etici, della legalità e della formazione culturale.
Soddisfazione nelle parole del sindaco di Campobasso Antonio Battista, che ha salutato con entusiasmo la consegna del premio nelle mani di Iannacone: “Una persona – le parole di Battista- estremante versatile e, mi piace sottolineare più volte, innamorata di questa terra”. A fare gli onori di casa il presidente del Consiglio comunale Michele Durante: “Domenico ha avuto la sua consacrazione – ha spiegato Durante – con i suoi ’10 comandamenti’, che io reputo non un programma televisivo ma un’opera letteraria consegnata alla televisione. Oggi avvertiamo il bisogno di parlare dei diritti e di Costituzione e sempre di più abbiamo bisogno di ascoltare chi riesce a raccontare storie difficili”.
“Sono contento di ricevere questo importante riconoscimento – ha dichiarato Domenico Iannacone – racconto sempre con orgoglio il mio essere molisano, più precisamente di Torella”. Con il suo programma sta facendo luce sulle tante realtà del nostro Paese, situazioni che narrano un’Italia complicata, storie di vita comune soffocate dalla difficile quotidianità.
“La realtà – ha spiegato Iannacone ai nostri microfoni – è un concetto che deve essere recuperato. Molto spesso nel giornalismo si racconta una pseudo realtà. Il mio modo di fare televisione va nella direzione più intima, raccontare da dentro la realtà, starci con il cuore, con la mente, per fare in modo che il telespettatore possa lui stesso formarsi un giudizio. Credo che il giornalista non deve mai dettare giudizi, quando non lo fa allora fa bene il suo lavoro”.
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