Assessori senza deleghe, il M5s denuncia: “Guerra fratricida nel centrodestra a spese dei molisani”

Duro attacco dei consiglieri regionali al governatore e alla maggioranza, in una conferenza stampa a Palazzo D’Aimmo


CAMPOBASSO. Il governatore del Molise Donato Toma azzera le deleghe agli assessori e il M5s denuncia la “guerra fratricida” in corso nella maggioranza. Un duro attacco, quello che i consiglieri pentastellati a Palazzo D’Aimmo hanno rivolto, oggi in conferenza stampa, al presidente della Giunta e al centrodestra.

“Mettere insieme tante liste e soggetti politici per vincere le elezioni – ha dichiarato Andrea Greco – non poteva che portare all’ingovernabilità della una maggioranza, imbrigliata in una lotta di potere e che non riesce a dare risposte ai molisani. Solo il 31 dicembre il governatore aveva dichiarato che gli assessori avevano svolto un ottimo lavoro e dopo pochi giorni gli toglie le deleghe”.

Greco ha quindi puntato il dito su quelli che sono, a suo avviso, gli errori commessi nell’ultimo periodo dal presidente e dal suo esecutivo, di fatto esautorato. A partire dall’affidamento a Sviluppo Italia della redazione di un Piano del turismo dal costo di 1 milione e 300mila euro, per un documento che, tra l’altro, sarà pronto tra 30 mesi. Passando per la dichiarazione, fatta da Toma nella conferenza stampa di fine anno, che il suo appannaggio (13.500 euro al mese) è troppo basso per il lavoro che svolge e per quello che ha perso. 

Da qui, ha aggiunto Greco, la crisi interna, che ha portato alla presa di distanza di esponenti della maggioranza come Michele Iorio e Aida Romagnuolo e il rinvio al 15 gennaio della riunione del Consiglio regionale, “perché non sapremmo a quali assessori rivolgerci”.  Mentre alcuni argomenti, ha continuato il pentastellato, continuano ad essere in agenda da mesi, come la mozione in cui si chiedeva l’annullamento del decreto di nomina dei commissari liquidatori delle Comunità montane, il cui incarico è stato di recente confermato.

“Auspico che i cittadini molisani riflettano – ha rimarcato Patrizia Manzo – su quali possono essere le conseguenze di una maggioranza così allargata, da andare in crisi dopo pochi mesi e da non poter far sintesi su nomine importanti, come quelle relative alla governance di Molise Acque. Sono in corsa giochi di forza che non fanno bene al nostro territorio, mentre continuano le vacanze forzate di un Consiglio regionale che dovrebbe riunirsi per discutere questioni importanti, locali e nazionali, dal regionalismo differenziato al futuro di questa regione”.

“Nessuna delle promesse fatte è stata mantenuta – ha detto Vittorio Nola – non stiamo avviando né sviluppo né occupazione”, mentre Angelo Primiani ha puntato il dito sul costo del Piano del turismo commissionato a Molise Sviluppo: 1 milione e 300mila euro per il Molise, la seconda regione più piccola d’Italia, contro i 275mila euro del Piemonte, i 66mila euro dell’Abruzzo e i 75mila euro del Lazio. I 20 milioni di fondi Por recuperati dal Molise, questa la sua opinione, è merito poi non di Toma e del suo Governo, ma del ministro per il Sud Barbara Lezzi e del coordinamento nazionale chiamato ad affiancare le regioni.

“Forse Toma ha azzerato le deleghe per tenere per sé qualche incarico, visto che non è stato nominato commissario per la sanità”, ha affermato Fabio De Chirico, secondo il quale il governatore, da commissario delegato all’emergenza sisma, non ha invece dato risposte ai 540 sfollati del terremoto della scorsa estate, che aspettano ancora i fondi per l’autonoma sistemazione.

Così come, ha puntualizzato Valerio Fontana, si punta l’attenzione sulla Zes, “senza considerare quale situazione di degrado vive il porto di Termoli, che ne dovrebbe essere il fulcro”.

Una denuncia, quella del M5s, che non porterà a una mozione di sfiducia al governatore. “Visto che nessuno rinuncerebbe alla poltrona gli faremmo un favore”, ha concluso Andrea Greco. La battaglia riprenderà nell’aula del Consiglio regionale, quando tornerà a riunirsi. Il 15 gennaio.

Carmen Sepede

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