Lo ha detto il presidente della Regione, intervenuto oggi a un convegno a Roma sul futuro dell’Europa
CAMPOBASSO. Dare maggiore voce alle autorità locali e regionali nella definizione delle politiche dell’Ue, al fine di migliorare la legislazione e renderla più efficace, fare ricorso al metodo della ‘sussidiarietà attiva’, inteso quale valore aggiunto della legislazione dell’Ue a vantaggio dei cittadini e come strumento in grado di dare maggiore titolarità delle decisioni dell’Unione negli Stati membri: è la raccomandazione che le autonomie regionali e locali rivolgono alla Commissione europea alle prese con il Programma 2019.
Il tema, con diverse sfumature e con particolare riferimento alla politica di coesione, è stato affrontato nel corso del convegno ‘Future of Europe – Dì la tua sul futuro dell’Europa, che ha avuto luogo oggi a Roma, presso la sede del Cinsedo. Fra i relatori, Donato Toma, presidente della Regione Molise e membro del Bureau del Comitato europeo delle Regioni.
Toma ha posto l’accento su due questioni cruciali per il futuro delle regioni meridionali: riequilibrare il gap tra Nord e Sud d’Italia, attuare una politica di grandi investimenti infrastrutturali.
“Se immaginassimo – ha dichiarato Toma a margine dell’incontro – che la politica di coesione agisse come la semenza che viene sparsa su un campo arato, avremmo buoni frutti. Ma se il campo non è stato adeguatamente preparato, non si avranno buoni raccolti. Fuor di metafora, lo Stato italiano deve assicurare che il divario tra regioni del Nord e regioni del Sud sia riequilibrato quanto più possibile, dopo di che la politica di coesione darà sicuramente buoni frutti, altrimenti, a condizioni di partenza disuguali, corrisponderanno risultati disomogenei”.
“Un territorio ben infrastrutturato – ha detto ancora il governatore – con strade, ferrovie, porti, aviosuperfici adeguati, è un territorio nel quale la spesa di coesione impatta molto bene e amplifica il suo effetto. Il Molise è una regione che, purtroppo, sconta un’arretratezza nelle dotazioni infrastrutturali. Prioritario è dunque, ancor prima dei fondi di coesione, che il Governo centrale stanzi risorse per l’adeguamento delle infrastrutture”.
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