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La stazione di Isernia ostaggio del degrado: immigrati e barboni la rendono invivibile

Si moltiplicano le segnalazioni da parte dei pendolari indignati per lo stato di incuria in cui versa lo scalo ferroviario. I cittadini chiedono più attenzione e l’attivazione di un sistema di videosorveglianza


ISERNIA. Incuria e degrado: questo lo spettacolo per nulla rassicurante che, ogni giorno, si trovano di fronte i pendolari che arrivano alla stazione di Isernia. Si moltiplicano le segnalazioni da parte dei cittadini indignati per una situazione non più tollerabile. Sporcizia e cattivo odore regnano sovrani nella sala d’aspetto e nel sottopasso, ormai divenuto punto di ritrovo per i senzatetto.

Ma oltre al degrado, quello che spaventa gli isernini è anche la poca sicurezza. Sono diverse le persone che in più di un’occasione hanno assistito a diverbi accesi tra immigrati e anche aggressioni verbali nei confronti di persone anziane, sempre da parte di extracomunitari.

Insomma, sono tante le criticità che vengono continuamente segnalate e che continuano purtroppo a ripetersi nonostante i continui controlli da parte delle forze dell’ordine, anche perché la stazione viene considerata una delle piazze principali dello spaccio in città.

Da qui la richiesta di soluzioni da parte dei cittadini, che chiedono maggiore decoro e sicurezza, trattandosi anche di un luogo frequentato da minori e anziani.

Si chiedono azioni più incisive, ma anche un sistema di controllo più oculato. Fondamentale in tal senso l’installazione di un sistema di videosorveglianza. Si è infatti in attesa dell’avvio dei lavori per la realizzazione degli impianti previsti nell’ambito del Patto per la sicurezza, che prevede la sistemazione di 47 telecamere nelle zone del capoluogo considerate più a rischio. Interventi attesi da tempo e che dovrebbero iniziare nelle prossime settimane.

La speranza naturalmente è che le telecamere possano fungere da deterrente e che possano essere utili a identificare chi continua a ignorare anche le più elementari regole del vivere civile.  

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