Piccoli musei in rete, la rivoluzione parte dal Fortore Molisano

 Cinque realtà culturali che si ‘modernizzano’ e diventano patrimonio di una comunità ampia che non ha confini regionali ma che, al contempo, li utilizza come tratto peculiare. Un progetto di cooperazione che vede la Regione Molise impegnata in prima fila


CAMPOBASSO. Promuovere i piccoli musei territoriali nell’età digitale? E’ possibile, anzi è già realtà grazie ad un progetto europeo che ha consentito un piccolo miracolo: quello di far conoscere nel mondo la preziosità di luoghi e testimonianze del Molise coinvolgendo i più giovani (e quindi le scuole) in un lavoro di ricerca e di innovazione.

Questa mattina l’assessore Vincenzo Cotugno e il responsabile del servizio Cooperazione, Mario Ialenti, hanno incontrato studenti e docenti per fare il punto sul progetto ‘Innocultour’ che vede partner l’Italia e la Croazia con un ruolo importante svolto dal Molise che in questo ‘itinerario’ è collegato al Veneto.

Un progetto partito nello scorso mese di giugno, che ha coinvolto il Castello di Capua a Gambatesa, il Museo del Grano a Jelsi, il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Riccia, la Mostra permanente di fuochi d’artificio di Campolieto e il Museo provinciale Sannitico di Campobasso.   Sono numerosi gli interventi che consentiranno la messa in rete di piccole strutture museali dell’area del Fortore Molisano, finanziati con fondi strutturali di precedenti periodi di programmazione, al fine di renderli fruibili e promuoverli in circuiti internazionali.

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Strutture museali di nicchia, o meglio di qualità, che saranno dotate dei supporti informatici utili ad una migliore conoscenza e alla diffusione del patrimonio che racchiudono.

Un turismo nuovo, sul quale la Regione Molise ha deciso di puntare con decisione attraverso il binomio che lega il settore della promozione a quello della Cultura: due ambiti rilevanti, nei quali muoversi dando visibilità alle eccellenze che rendono attrattivo il territorio.

Da domani sarà fruibile anche il video promozionale realizzato per ‘spingere’ su questo progetto che fa parte dei circa 90 in via di realizzazione sempre nell’ambito della cooperazione territoriale e sotto l’egida della Comunità Europea. Un dato che è davvero rilevante perché significa investimento di risorse, possibilità di occupazione e di crescita. Opportunità che probabilmente sarebbero state negate ad una piccola regione che invece, attraverso l’uso dei fondi europei, sta creando il proprio ‘brand’ .

“La cultura è elemento di attrazione turistica e i fondi strutturali rappresentano le risorse per far crescere i territori senza distinzioni perché sono tutti sullo stesso piano – ha spiegato Mario Ialenti, responsabile del Servizio Cooperazione della Regione Molise che lavora in tandem con l’assessorato alla Cultura al progetto ‘Innocultour’ -; possibilità nelle quali la Regione Molise con il presidente Toma e l’assessore Cotugno hanno creduto moltissimo, dimostrando lungimiranza perché tutto questo si traduce in crescita culturale, rapporti tra istituzioni e tra comunità, possibilità di lavoro come quelle offerte ai 22 giovani molisani che lavorano qui”.

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Rimarcato anche che nei sette anni precedenti, rispetto alla programmazione dei fondi europei (2007-2013) sono stati presentati e realizzati solo 19 progetti a fronte dei 90 che fanno parte del periodo 2014-2010.

“Qualità di vita, di storia e di paesaggio – ha detto l’assessore Cotugno – che attraverso la nostra storia ci porteranno fuori dai luoghi comuni. Il Molise si sta ritagliando uno spazio importante nell’ambito del turismo di nicchia al quale puntiamo con decisione”.

Presente anche l’assessore del Comune di Campobasso, Livia De Benedittis, che ha – a sua volta -sottolineato quanto sia rilevante il coinvolgimento delle scuole, delle eccellenze del sapere rappresentate dai dirigenti, dai docenti e dai ragazzi che con il loro impegno “valorizzano il patrimonio turistico e culturale perché non si perda la nostra identità”.

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