In questo caso, il giorno stesso della diffusione della notizia dei maltrattamenti nell’asilo, l’Asrem ha inviato la sua psicologa di zona che è la stessa che ha dapprima avviato un percorso con le famiglie e ora sta incontrando i bambini. Una sola, tra l’altro con contratto part time. Ecco, la manifestazione concreta di come i progetti così importanti ma che non hanno risultati nell’immediato in quanto ‘costruiscono’ i cittadini di domani, si scontrino poi con le risorse economiche, poche e insufficienti.
Il dirigente scolastico, dottor Viti (nella foto, ndr) con un malessere evidente che lo attanaglia ancora ha raccontato la storia da dentro. Genitori attenti che hanno segnalato ma l’orrore che si è consumato in quella classe non rappresenta la comunità scolastica, che è sana, attenta e preparata. Un caso circostanziato ma “sfuggito al sistema scolastico in una realtà che conta 700 bambini e 100 fra docenti e personale amministrativo più le famiglie degli altri alunni non coinvolti”. La prevenzione? “Lo chiediamo da sempre ma non ci sono fondi a disposizione”. E pensare che quelle due maestre erano quelle ‘ricercate’, le docenti per le quali magari si ricorre anche alla ‘segnalazione’ all’amico di turno. E che dire della recita di Natale, alla quale hanno partecipato quei bambini che poi in classe venivano attaccati e picchiati? Nessuno aveva captato nulla, nessun segnale di allarme. Lo stress delle insegnanti non può essere un alibi, secondo Viti: sono troppe le disfunzioni del sistema a partire dalle classi troppo numerose e con personale non adeguato (né numericamente né sotto il profilo professionale a volte) ai bisogni ‘speciali’ dei bambini che oggi sono davvero più cresciuti rispetto alla loro età anagrafica. Le famiglie che non hanno tempo, che non chiedono e non ascoltano.
“Siamo tutti colpiti, ancora scossi. Davvero tutti” rimarca ancora e, senza scendere nei particolari, racconta di altri casi, bloccati subito, dei quali la scuola si è accorta e fatta carico come è giusto che sia. “Ma siamo soli”, di fronte all’individualismo sfrenato delle famiglie dove ci sono problemi di dialogo e di solitudine, magari separazioni difficili. Si litiga per tutto e con tutti, dentro e fuori l’istituzione scolastica. Tutto è fonte di esasperazione, di parole usate con facilità e di condanne senza appello.
“Il grande clamore mediatico ha fatto danni enormi, da quel giorno è cambiato tutto” dice ancora.
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