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Primo trapianto di rene con il ‘robot chirurgo’: il paziente è molisano

L’operazione è stata effettuata, due settimane fa, all’ospedale San Salvatore de l’Aquila. L’uomo, che ha ricevuto l’organo dalla sorella, sta bene ed è già stato dimesso


CAMPOBASSO. Primo trapianto di rene utilizzando il robot chirurgo in dotazione all’ospedale de L’Aquila. E il paziente, che è molisano, sta bene ed è stato già dimesso.

La complessa operazione, secondo quanto riporta il quotidiano abruzzese ‘Il Centro’ è stata eseguita due settimane fa.

Il robot chirurgo, entrato in funzione all’ospedale San Salvatore un anno fa, ha ‘eseguito oltre 200 interventi: un macchinario di estrema precisione e mininvasivo che viene manovrato a distanza da un chirurgo.

Dotato di un braccio meccanico, che appunto viene usato a distanza dal chirurgo e che consente una visione ingrandita tale da permettere movimenti minimi ma assolutamente precisi, è stato impiegato soprattutto nell’urologia per poi essere adottato, gradualmente, anche nella chirurgia d’urgenza addominale (fegato e pancreas).

Quindici giorni è stato utilizzato per la prima volta per un trapianto di rene. Ad effettuare il trapianto il dottor Luigi Di Clemente, direttore del reparto di Urologia del San Salvatore.

I particolari dell’intervento sono stati illustrati in una conferenza stampa dallo stesso Di Clemente insieme al professor Francesco Pisani, direttore del Centro regionale trapianti Abruzzo e Molise.

Il rene del donatore, la sorella del paziente, è stato prelevato per via laparoscopica attraverso una piccola incisione effettuata sul fianco e non sulla cavità addominale, una tecnica mininvasiva – usata solo all’Aquila – “che riduce di molto i danni biologici rispetto alla procedura tradizionale”, ha chiarito Di Clemente.

L’intervento è stato effettuato lavorando in contemporanea con l’equipe che si è occupata dell’estrazione del rene dalla donatrice. Un secondo team è intervenuto, utilizzando il robot chirurgo, sul paziente molisano, il ricevente.

L’operazione non è durata molto (meno di un’ora), ma, come ha spiegato il dottor Di Clemente nel corso della conferenza stampa, “ci sono voluti circa sei mesi per prepararla. Il paziente che si è sottoposto all’operazione è stato già dimesso: tra i vantaggi assicurati dal robot, infatti, c’è anche l’accelerazione dei tempi di recupero”.

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redazione

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