Antonio Preziosi racconta ‘Il Cervello’: come matura l’arte tra dolore e rinascita

Le tue influenze musicali sono chiare: c’è molto Chester Bennington, ci sono molti Linkin Park.
“Guarda, più che Chester c’è tantissimo Mike Shinoda, che dei due è davvero la figura che amo nei Linkin Park. Adoro il rap alternative, che tento di fondere con lo scream, una cosa forse un po’ fuori moda ma dato il mio amore per questi artisti non potevo fuggirne. Poi David Bowie, il suo modo camaleontico e teatrale di approcciarsi alla musica e all’arte che sto cercando di fare mio. A questo proposito il look con il trucco da demone non è quello che ho scelto in via unica e definitiva: è funzionale ad ‘Io sono fatto di cera’, ma io voglio sempre mutare, voglio fare cose diverse ogni volta che mi esibisco, voglio giocare sul mio trasformismo proprio come Bowie. Ogni video sarà sempre diverso, un piccolo mondo. Ascolto i Bluvertigo, i Foo Fighters, i Red Hot, i Faith No More, i Placebo, gli Smashing Pumpkins, i Beastie Boys, i Public Enemy… mi piace il rap vecchia scuola insomma. E quello bello italiano di Neffa – per me ancora il miglior rapper italiano – Jovanotti e Fabri Fibra. Poi Franco Battiato, i Korn e tutta l’onda nu-metal, i My Chemical Romance, gli Slipknot, da cui riprendo in parte l’idea della maschera spaventosa che esorcizza però quei demoni interiori di cui ti parlavo prima, ricollegandomi al senso dell’Arcano XIII”.

C’è un tema forte e forse scomodo nel disco, che è quello del suicidio.
“Guarda, io sono avellinese. In Irpinia c’è il più alto tasso di suicidi giovanili d’Italia, per farti capire ne muore quasi uno al mese. C’è qualcosa che non va, dentro la nostra generazione, soprattutto magari nell’animo di un sedicenne, ed è di questo che ho voluto parlare. Anche della linea sottile tra la vita e la morte, o del bullismo, sempre così banalizzato da non capire mai quanto invece sia radicato. Il discorso mi è caro per il mio vissuto, e nel mio disco infatti cito due grandissimi artisti: il primo è David Foster Wallace, che metteva al centro dei suoi libri una positività e una sincerità che molti artisti magari non avevano. Era concentrato sui sentimenti umani, che altri esorcizzavano, ma lui invece aveva scelto di sbatterci la faccia contro. E poi, il presidente Roosvelt di Robin Williams da ‘Una notte al museo’: “Io sono fatto di cera, Larry, tu di cosa sei fatto?”. Un vero invito a uscire fuori, a scoprirsi, a crescere. È questo che significa la doppia ‘Spirale’ del mio disco. È il libero arbitrio, la scelta. Ricostruire tutto un percorso da capo, e soprattutto creare un disco che fosse come volevo io, e non come gli altri volevano che fosse. ‘Volevano deviarti per renderti banale’, scrivo in uno dei miei testi. E te lo dico da giornalista, l’ascolto vero di un disco passa anche per i testi: prendi un Ghemon, o un Caparezza, sono artisti che alzano l’asticella di qualità. Cerco di parlare anche di temi scomodi, di qualcosa che vada fuori dai dogmi soliti, non solo da un punto di vista artistico ma soprattutto identitario”.

Voi avete partecipato al contest dei Tre Allegri Ragazzi Morti, il Talent Arm, dove si cercavano artisti per aprire i concerti della band.
Si, abbiamo realizzato una cover di ‘Mai come voi’ però vicina alla mia idea musicale, rap crossover con qualcosa di metalcore, molto distante dalla loro visione, prodotta da dj Kyllne. Abbiamo partecipato per divertimento, più per il gusto di suonare che per quello di vincere, ed è stata davvero una bellissima esperienza.    

‘Io sono fatto di cera’ è una produzione ZERO. Regia Michael Giannantiempo presso Habitat Lab Executive. Producer Michael Giannantiempo e Antonio Preziosi. Produzione beat Deville. Styling/Produttore Antonio Preziosi. Casting Antonio Preziosi. Hair & Make Up Miriam D’Argenio. Ass. Hair & Make Up Antonello Troisi. Costumi di scena Sireweb Digital Studio sas. Il videoclip è stato girato nella città fantasma di Apice Vecchia.

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