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‘Arancia meccanica’ in casa del notaio Gamberale: 24 anni di carcere per i 3 responsabili

Gli autori del colpo, messo a segno il 16 settembre del 2017, sono tutti di Aprilia: il ‘capo’, Elvis Caldaras, 40 anni, dovrà scontare 14 anni di reclusione. Per la compagna 34enne e l’altro complice 4 anni e 8 mesi ciascuno


ISERNIA. Un vero e proprio raid stile ‘arancia meccanica’ quello che si consumò nella casa del notaio isernino Giuseppe Gamberale. Ma la storia, almeno quella processuale, si è chiusa in queste ore: in primo grado i 3 banditi, tutti di Aprilia, sono stati condannati ad un totale di 24 anni di reclusione.

Era il 16 settembre del 2017 quando il 40enne Elvis Caldaras (condannato a 14 anni di reclusione), approfittando dell’assenza del notaio, riuscì a farsi aprile la porta dell’abitazione del professionista di origine agnonese, in via Libero Testa.  Pistola in pugno (si appurò successivamente che era a salve ma non aveva il consueto tappo rosso ), minacciò l’anziana moglie del notaio, la colpì alla testa ripetutamente e la trascinò per l’appartamento nel tentativo di farsi indicare la cassaforte o quanto meno dove fossero custoditi gioielli e denaro.

Una volta dentro casa, Elvis Caldaras consentì anche ai due complici (la compagna 34enne, Valentina Zarrillo e Massimiliano Menichelli di 47 anni) di entrare nell’abitazione. Era mattino presto e le grida della donna richiamarono l’attenzione della figlia e del genero del notaio che abitano nello stesso stabile.

Richiamati da quelle urla, i due cercarono di capire cosa stesse accadendo e proprio mentre tentavano di raggiungere l’abitazione del professionista, incrociarono  i rapinatori. Caldaras colpì con un pugno anche la figlia del notaio ma fu bloccato dal genero del professionista. L’uomo fu poi arrestato dai carabinieri di Isernia, allertati proprio dai familiari del notaio.

I due complici riuscirono a darsi alla fuga, ma grazie alle videocamere di sorveglianza del palazzo furono indentificati e rintracciati. A meno di 24 ore dalla rapina, in un locale di Pomezia, fu rintracciata la Zarrillo, condannata a 4 anni e 8 mesi. Pochi giorni dopo  finì ai domiciliari anche Menichelli, condannato anche lui a 4 anni e 8 mesi di reclusione.

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