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Isernia, crisi senza uscita: i Popolari rifiutano l’assessorato, unico obiettivo la presidenza del Consiglio

Fantozzi esce allo scoperto e rimanda al mittente l’offerta del sindaco d’Apollonio, che avrebbe proposto una Giunta a nove con dentro gli uomini di Niro e di Di Baggio. Ma nelle intenzioni originarie 4 dei suoi uomini sarebbero andati a casa


di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. Avrebbero respinto l’offerta al mittente. Dicendo no all’assessorato e stroncando sul nascere la clamorosa offerta del sindaco Giacomo d’Apollonio di allargare la Giunta comunale fino a 9 elementi.

I Popolari per l’Italia escono allo scoperto, mostrando ancora una volta i muscoli in una crisi che vede il centrodestra al Comune di Isernia sempre più nelle sabbie mobili. Lo fanno con il capogruppo Gianni Fantozzi, che non nasconde gli esiti delle consultazioni avviate dal primo cittadino già da settimane a questa parte.

L’offerta per una nuova e più ampia maggioranza, insomma, avrebbe visto due nuovi ingressi nell’esecutivo: uno di marca Popolari per l’Italia, l’altro con Isernia Migliore di Andrea Galasso, movimento affine a Forza Italia che avrebbe designato, secondo i rumors, la consigliera Linda Dall’Olio. Una Giunta in cui sarebbero stati confermati in blocco gli assessori uscenti, senza così scontentare nessuno e lasciando inalterati gli equilibri interni nonostante il mutare delle forze in campo. Ma includendo, come da indicazione del governatore Toma, due dei più ampi gruppi consiliari, quello di Fantozzi (con referente regionale Vincenzo Niro) e quello di Roberto Di Baggio. Operazione, questa, che avrebbe portato dalla parte del sindaco ben 11 consiglieri di maggioranza. Peccato che Fantozzi e i suoi sodali da un orecchio non ci sentano: no alle poltrone, almeno quelle assessorili, con il sindaco che avrebbe loro rivolto una proposta giudicata “irricevibile”.

consiglio 8 02 19 0“Quando il gruppo dei Popolari si è ufficialmente costituito – spiega Fantozzi – dicemmo chiaramente, in conferenza stampa, che non volevamo posti in Giunta e che sostenevamo quest’amministrazione. Da allora sono cambiati gli equilibri interni, con vari gruppi interamente ridisegnati e c’è stata l’approvazione del nuovo Statuto, che secondo noi è assolutamente in vigore in ogni suo articolo, compreso quello che riguarda il mandato a termine del presidente del Consiglio. Una norma che fissa la scadenza a 30 mesi, introdotta prima che fosse trascorso questo periodo rispetto all’attuale presidenza. Noi – precisa il capogruppo dei Popolari – non abbiamo mai chiesto nulla, se non il riconoscimento di un accordo che fu fatto anche in presenza dell’assessore Niro. In base al quale il sindaco dovette ammettere che noi, con 6 consiglieri, eravamo sotto rappresentati in Giunta e che, se si fosse rimesso in discussione il presidente del Consiglio, quella casella sarebbe spettata a noi. Ora, però, se ne esce con offerte assessorili”.

Dalle quali, in caso Fantozzi e il suo gruppo accettassero, si produrrebbe l’effetto di rafforzare in Consiglio il gruppo di Michele Iorio ‘Insieme per il Molise’, nelle file del quale sono stati eletti, nel 2016, ben 5 su 6 consiglieri dei Popolari (tranne Enzo Di Luozzo) . Un rischio troppo grande, visto che gli assessori comunali sono esterni e devono dimettersi da consiglieri, ‘consegnandosi’ di fatto nelle mani del sindaco. Questi, d’altro canto, avrebbe – sempre nella ricostruzione di Fantozzi – deciso di discutere dell’allargamento di Giunta solo come seconda scelta. La sua intenzione originaria, invece, sarebbe stata quella di defenestrare ben 4 assessori in carica, oltre la metà dunque, per fare posto a Popolari, Isernia Migliore, Lega e Forza Italia, nel segno di un’inclusione a 360 gradi. Per poi ripensarci per non meglio precisati motivi.. Non sappiamo se tale soluzione avrebbe avuto lo stesso effetto su Fantozzi e i suoi: certo è che l’allargamento è stato subito bollato come una strada impraticabile.

“Di fronte a tale proposta – ancora il capogruppo dei Popolari – non abbiamo nulla da dire. Pertanto, se il sindaco ha i numeri per andare avanti, lo faccia. Con questa Giunta o con altre formazioni, poco importa. Quel che importa è che si lavori nell’interesse della città, perché i problemi irrisolti cominciano a essere davvero tanti”.

Ma su una cosa Fantozzi non transige: “Sull’applicazione dello Statuto saremo rigidi fino in fondo. Pertanto, faremo una nuova richiesta di Consiglio comunale per l’elezione del presidente (leggi qui l’articolo). Mi piacerebbe che si spiegasse alla città perché quello attuale applica l’articolo 25 dello Statuto, compiendo una ricognizione della composizione dei gruppi consiliari di maggioranza, ma non fa altrettanto per l’articolo 22, che interessa il suo incarico. Non è certo il posizionamento dei consiglieri in aula – conclude con aria di sfida – che ci farà uscire dall’impasse”.

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