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Giornata dello sport, al Cus Molise l’incontro con i campioni olimpici

Dalla medaglia d’oro di judo Pino Maddaloni all’iridato Paolo Nicolai nel beach volley, passando dall’intervento di Luca Mazzone, un confronto tra atleti che hanno spiccato il volo nella propria disciplina


CAMPOBASSO. Oltre l’ostacolo, lo sport è inclusione. Un tema importante con il quale si è aperta la seconda giornata della Festa dello Sport della Regione Molise. Al Cus Molise, nello splendido scenario del PalaUniMol, si sono confrontati ospiti illustri, autorità politiche e sportive per un convegno-dibattito dagli elevati contenuti tecnici e morali.

Ad aprire i lavori l’assessore allo sport della regione Molise, Vincenzo Niro. “Grazie al Rettore dell’UniMol e al Cus Molise che ci ospitano in questa splendida location – ha rimarcato – un grazie a tutte le autorità, politiche, sportive e militari presenti, ai nostri graditi ospiti e agli alunni che hanno voluto presenziare a questa iniziativa. Sono giorni importanti per la nostra regione, dal punto di vista sportivo e di promozione del territorio. Questa manifestazione vuole promuovere la pratica sportiva e l’inclusione, perché attraverso la pratica di qualsiasi disciplina si può crescere e migliorare. Lo sport non è soltanto formazione tecnica ma anche e soprattutto formazione per la vita. Sono convinto che per la pratica sportiva servono dei luoghi adatti e a tal proposito colgo l’occasione per informarvi del fatto che a Campobasso verrà realizzata una struttura per il rugby”.

Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco di Campobasso Battista: “Lo sport ha una valenza non solo tecnica ma anche e soprattutto educativa – sottolinea il primo cittadino di Campobasso – oggi per crescere nella maniera migliore non bastano più scuola e famiglia ma c’è bisogno anche del dopo scuola, degli istruttori e degli allenatori che lavorano nelle varie società sportive, punti cardine per la giusta crescita dei bambini e dei ragazzi. Complimenti a tutti per questa bellissima due giorni all’insegna dello sport”.

Ad aprire il dibattito, moderato dal professor Calcagno, preside della facoltà di Scienze Motorie e Sportive dell’UniMol, è stato il delegato del Rettore per lo Sport, professor Germano Guerra. “Lo sport è inclusione a qualsiasi età – spiega – sono convinto che iniziare da subito l’attività sia il modo migliore per crescere bene”.

È toccato poi al campione olimpico di judo a Sidney 2000, Pino Maddaloni, prendere la parola. “Lo sport mi ha dato tanto e non parlo in termini di medaglie – dice – lo sport, insieme alla mia famiglia, mi ha fatto diventare l’uomo che sono oggi. Da piccolo non mi piaceva andare in palestra, ero contento quando entravo negli spogliatoi perché potevo stare con tanti amici e parlare con loro di tutto. Poi, con il passare del tempo mi sono organizzato le giornate tra studio e palestra e questo, insieme ai miei genitori, mi ha aiutato molto. I miei amici mi prendevano in giro, ma poi, oggi, molti di loro non ci sono più. Io ero considerato diverso dagli altri e di questo oggi ne vado fiero. Vincere è ciò che conta – rimarca Maddaloni – ma non vuol dire arrivare per forza alla medaglia d’oro ma dare sempre il massimo”.

“Lo sport mi ha regalato tanti amici e soprattutto mi ha permesso di scoprire posti nuovi e viaggiare sempre – rimarca nel suo intervento Paolo Nicolai vice campione olimpico di beach volley a Rio 2016 – grazie per l’invito perché giornate come queste lasciano il segno dentro di te e si torna a casa con un bagaglio di esperienza sicuramente maggiore rispetto a quello che hai dato. In questi anni ho imparato una cosa: insieme è meglio. I risultati che si ottengono e quello che si fa non sarebbe possibile senza altre persone. Noi siamo delle persone che vengono cambiate dalle esperienze e questa è la cosa per cui vale, nella vita, fare sempre esperienze nuove nella vita e nello sport”.

L’ultimo intervento è stato quello di Luca Mazzone, campione paralimpico a Rio 2016. “Praticavo tanti sport – dice – andavo in palestra e facevo nuoto per il piacere di stare con gli altri e trovare degli amici e uscire di casa. Poi a 19 anni, per fare un tuffo al mare sono rimasto paralizzato. Lo sport mi ha dato tantissimo, non solo in termini di risultati. Ho viaggiato, visto posti, conosciuto persone nuove. Voglio dire a tutti, praticate sport per socializzare e stare bene in salute. Ho trasformato la mia rabbia in qualcosa di positivo che mi ha reso felice. Nella vita ci saranno sicuramente momenti difficili, reagite con grinta e determinazione, lottate perché la vita è bella, è un dono prezioso che va vissuto”. Al termine della mattinata ci sono state dimostrazioni pratiche di rugby, tennis e basket in carrozzina, proprio per dimostrare che lo sport è inclusione.

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Redazione

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