Trasporto pubblico: per il Molise rischio tagli pari a 2 milioni di euro, i sindacati insorgono

Per i rappresentanti dei lavoratori il rischio è quello di minori entrate per onorare i contratti di servizio in corso


CAMPOBASSO. Con una nota congiunta a firma dei rappresentanti sindacali di Faisa Cisal (Pasqaule Giglio); Filt‐Cgil (Franco Rolandi); Fit‐Cisl ( Antonio Vitagliano); Uiltrasporti (Carmine Mastropaolo) e Ugl Autoferro (Nicola Libertone), si torna a discutere delle scelte del Governo in relazione ai fondi destinati al trasporto pubblico locale.

“La legge di bilancio 2019 – affermano i sindacati- ha accantonato, dichiarandoli indisponibili, 2 miliardi di euro provenienti da vari capitoli, allo scopo di riequilibrare probabili sbilanciamenti degli andamenti tendenziali di finanza pubblica in funzione dei dati reali sul deficit e sul prodotto interno lordo che a quanto pare risultano assai diversi rispetto alle previsioni ottimistiche formulate ad inizio anno dal Governo. E in questo accantonamento prudenziale di 2 miliardi di euro da destinare al Fondo di salvaguardia dei conti pubblici dello Stato, sono inclusi anche 300 milioni di euro derivanti dal Fondo nazionale trasporti che, come detto serve, a finanziare il trasporto pubblico locale delle Regioni a statuto ordinario.

In relazione alla percentuale di ripartizione pari al 0,71% attribuita storicamente alla Regione Molise e rapportandola ai 300 milioni di accantonamento – continuano i dirigenti- si potrebbe determinare nel corso dell’anno un taglio di risorse pari a oltre 2 milioni di euro senza averlo peraltro previsto nel bilancio regionale. Ciò significherebbe inevitabilmente minori entrate per onorare i contratti di servizio in corso del tpl ai quali la Regione dovrebbe far fronte riducendo le corse dei treni e degli autobus o aumentando sensibilmente le tariffe dei mezzi pubblici.

Uno scenario davvero preoccupante – concludono- per un settore che soprattutto in Molise, come più volte denunciato dai sindacati, già sconta pesanti difficoltà e una qualità davvero indecorosa nella condizione dei servizi offerti ai cittadini. Peraltro a lanciare questo grido d’allarme sono già intervenuti anche i Sindacati nazionali di categoria oltre che la stessa Conferenza delle Regioni, che in un documento approvato giovedì dalla Commissione infrastrutture ha chiesto al governo di «individuare capitoli di spesa alternativi sui quali accantonare la somma complessiva di 300 milioni di euro”.

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