Consiglio regionale come un’osteria: Toma maledice Greco e poi si scusa, in privato

E’ sulle procedure di liquidazione delle Comunità Montane – che resistono dal 2011 ad un destino segnato ma mai attuato – che si alza finalmente il velo sul battibecco fra Toma e Greco che aleggia da ore sull’aula consiliare.

Un botta e risposta, avvenuto ad ora di pranzo, partito con le solite schermaglie fra i due e finito con qualche parola di troppo indirizzata al pentastellato.

Momenti di imbarazzo in aula,  poi una frettolosa riunione dei capigruppo nel corso della quale gli animi – stando alle indiscrezioni –  si sarebbero rasserenati.  Fra i due una stretta di mano, a sancire le scuse – verbalizzate al di fuori dell’aula dove il battibecco è avvenuto – che il presidente avrebbe fatto al collega consigliere. Resta il fatto che Greco, per oltre due ore, non interviene nella discussione sugli emendamenti. E questo, di per sé, la dice lunga sul colpo inferto e accusato.

Prima dello ‘svelamento’ si ragiona della gestione liquidatoria degli enti con l’emendamento a firma Pd.

“E’ un evergreen – dice Micaela Fanelli – un capitolo complicato e importante da affrontare. Cinque commissari con indennità così elevate è un segnale sbagliatissimo, bisogna andare avanti nei tentativi operati per trovare un solo soggetto, che vada alla liquidazione subito”.

L’ aumento della posta in bilancio (più 900mila euro) viene giudicato un errore se ci si riferisce ai Commissari liquidatori, discorso diverso se ci sono delle pendenze da sanare. Il Pd propone un commissario unico a 2000 euro mensili (come nel recente passato) e l’eliminazione della figura dei commissari entri 3 mesi.  

Con i risparmi, nella logica che ha animato la contromanovra dei democrats, quelle risorse ormai liberate possono essere destinate ad eliminare l’Irap per le imprese di montagna. De Chirico sostiene la strada Pd: è un emendamento in direzione del nostro ordine del giorno per l’accorpamento delle funzioni, anche se ci è stato detto che non era facile gestire tutte le proprietà delle Montane. Di Lucente si dice contrario viste le tante responsabilità dei commissari liquidatori a fronte di uno stipendio (quello proposto dalla Fanelli) non adeguato. Ad ogni modo governo e maggioranza convergono sul termine ultimo della sopravvivenza delle Montane, fissato al 31 dicembre 2019. “ Se ci sarà una proroga farò battaglia. O le montane saranno rimesse in campo oppure deve nascere l’agenzia per la montagna” rimarca ancora Di Lucente.

Dopo due ore di silenzio, prende la parola il portavoce Andrea Greco che replica, con poche e laconiche parole, al misterioso battibecco avvenuto con Toma. Dal racconto di chi ha assistito in aula, sembrerebbe che tutto si sia scatenato dal solito ‘gioco delle parti’ che va in scena da sempre fra i due. Il  pentastellato che scherzosamente avrebbe commentato l’atteggiamento di Toma, che scuoteva il capo, chidendogli se avesse il torcicollo. .

Per tutta risposta, lontano dal microfono, la battuta del governatore invece ha gelato l’aula. Una specie di ‘maledizione’ quella arrivata alle orecchie dei consiglieri, registrata dal personale del gruppo del Movimento 5 Stelle e diventata il video postato proprio da Greco.

“Ho impiegato tempo per riprendermi da quello che è successo, mi spiace che il presidente Toma non ci sia ma sono certo che starà ascoltando – spiega Greco, commentando l’assenza dall’aula del governatore -. Tramite il presidente Micone voglio rivolgermi all’uomo Toma al quale, invece, io auguro ogni bene come a tutti quelli che siedono in quest’aula. Anche quelli con i quali non scorre buon sangue, come il consigliere Scarabeo. Credo che oggi si sia travalicato” dice, chiudendo la parentesi sul ‘giallo’ del botta e risposta.