Il governo #perbene di Toma: aumentano i trasporti ma i costi della politica non si tagliano

Nessuno dei ‘suggerimenti’ proposti dalle minoranze, in sede di approvazione della legge di stabilità, è stato recepito: eppure dai risparmi si sarebbero potuti finanziare capitoli di spesa senza coperture


CAMPOBASSO. La partita, giocata con schemi diversi dal Movimento 5 Stelle e dal Partito Democratico, era di quelle difficili, impensabili in partenza.  E il pronostico della vigilia è stato rispettato.

Copione identico da mesi, frasi ad effetto buttate qua e là per confondere le acque. Il risultato? Nessun risparmio ma solo aumenti. La legge di stabilità 2019, che anticipa il Bilancio regionale, racconta dell’ennesima occasione persa.

Nessuno degli emendamenti ‘taglia costi della politica’ è stato ritenuto degno di un benché minimo interesse da parte della maggioranza. I no hanno vinto sui sì. Ancora una volta la casta ha salvato se stessa, prima di tutto.

maggioranza

Poi, se dovesse avanzare qualcosa, si potrà ragionare di tutto quello manca, dei servizi essenziali che non hanno copertura finanziaria ma solo impegni, promesse: asili nido e classi primavera, politiche sociali, diritto allo studio e tante varie emergenze per le quali il massimo dello sforzo è promettere di fare qualcosa con un impegno formale.

I tagli alle indennità non trovano alcun accoglimento: 750 euro lordi per capigruppo e presidenti di Commissione, 1500 euro lordi per assessori, presidente del Consiglio e governatore. Questa la proposta, naturalmente bocciata.

Tagli contenuti, se si considera l’ammontare dello stipendio che varia, a seconda del ruolo ricoperto, da un minimo di 11.250 euro a un massimo di 13.500 euro lordi. Insomma, un sacrificio possibile soprattutto in considerazione del fatto che i risparmi avrebbero potuto finanziare settori che non hanno copertura economica, ma che interessano migliaia di cittadini.