In Molise, come in altre regioni, le verifiche soltanto per effettuare controlli. In un frantoio della Puglia il prodotto veniva addizionato con clorofilla e betacarotene, per renderlo simile all’originale. Dall’Italia poi finiva prevalentemente in Germania


CAMPOBASSO. Imbottigliavano olio di semi, dal costo di 1,20 al litro e lo vendevano come extravergine di oliva, con prezzi tra i 5 e i 10 euro. Era una frode redditizia quella cui hanno messo fine i carabinieri di Foggia con l’operazione ‘Oro giallo’. che ha portato all’arresto di 24 persone, 14 in carcere e 10 ai domiciliari, tra l’Italia (Cerignola, San Severo e Lavello) e la Germania.

Gli indagati vendevano anche all’estero olio di semi di soia e di girasole addizionato con clorofilla e betacarotene spacciandolo per olio ‘evo’.

I provvedimenti giudiziari connessi all’indagine hanno portato al sequestro di due immobili e di un’azienda olearia, dei mezzi di autotrasporto riconducibili al sodalizio (tra cui 6 autotreni, dei quali due in territorio tedesco), e di oltre 150mila litri di olio sofisticato, per un valore commerciale in un milione e 200mila euro. Le persone arrestate sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla frode nell’esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari genuine come non genuine, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e ricettazione.

Base logistica dell’organizzazione era un frantoio di Cerignola (Foggia), regolarmente autorizzato, utilizzato per la sofisticazione. Le attività di sofisticazione e confezionamento avvenivano in magazzini o depositi di fortuna, privi di qualsiasi garanzia di igiene.

Dalle indagini è emerso inoltre che il principale indagato ha acquistato milioni di litri di olio di semi da una multinazionale con sede nel Nord Italia: due volte a settimana l’olio i semi veniva trasportato a Cerignola. Alcuni carichi di olio contraffatto finivano in Piemonte, in Lombardia e in Emilia Romagna. Invece gli indagati con maggiore potere economico effettuavano trasporti quindicinali in Germania, fino a 23mila litri per ogni spedizione. Giunto in Germania, l’olio veniva depositato in aziende specializzate in logistica per la successiva distribuzione a ristoranti o nella grande distribuzione tedesca, oppure con un collaudato sistema del ‘porta a porta’.

I sequestri, importanti per documentare il contenuto reale dell’olio e la capillarità del sistema di vendita in un ampio territorio, sono stati operati con il supporto dei Nas competenti per territorio nelle principali città di 8 regioni italiane: Roma, Campobasso, Ancona, Milano, Torino, Parma, Napoli, diverse località pugliesi e in Germania, con l’aiuto della polizia tedesca.

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