Salvini a Campobasso benedice D’Alessandro: scelta perché brava, non perché donna

Il ministro dell’Interno fa il pieno al Centrum Palace: “Nostro avversario è la rassegnazione, non la sinistra che cerca i fascisti che non ci sono più. Chi non vota non rompa le palle per 5 anni”


CAMPOBASSO. A giudicare dall’aria che tira, tra pochi giorni sarai sindaco”. Così Matteo Salvini, con indosso la felpa blu con la scritta ‘Campobasso’, accoglie la candidata sindaco del centrodestra Maria Domenica D’Alessandro sul palco del Centrum Palace, dove il ministro dell’Interno è accolto da un bagno di folla per il suo comizio.

Sicurezza, immigrati in calo – anche in Molise – lotta alla mafia, tutela della famiglia tradizionale, investimenti nella videosorveglianza, assunzioni nelle forze di polizia: questi i temi caldi che il ‘Capitano’ mette al centro del suo intervento, più volte interrotto dagli applausi.

salvini1“Mi criticano perché sarei poco presente al Ministero, ma i problemi, se li risolvi, chi se frega se li risolvi da Roma o da altrove. Di ministri dell’Interno che dormivano in ufficio ce ne sono stati, eccome – afferma ironico – ma a vedere i telegiornali di oggi è come vedere Peppa Pig”.

salvini5Poi torna sul candidato sindaco: “Lei è stata scelta non perché è donna, ma perché è brava. La sinistra invece di parlare di futuro è ancora in cerca dei fascisti che non ci sono più da 70 anni. Se uno di sinistra dopo cinque anni di governo passa il suo tempo ad attaccare fascisti e razzisti, veri o presunti, vuol dire che non ha fatto nulla”. Poi il monito: “Il nostro vero avversario non è la sinistra, ma la rassegnazione. Chi non vota, non rompa le palle per 5 anni, non rompa le scatole se non cambia niente”.

salvini2Ricorda le leggi approvate, dalla legittima difesa a quota 100 che ha consentito “di smontare pezzo per pezzo quella schifezza della Fornero”, fino al decreto sicurezza e alla Flat Tax al 15 per cento, che nei primi tre mesi di quest’anno “ha permesso di far aprire 200mila nuove partite Iva”. E non lesina stoccate all’Europa: “Se ci votate, la cambiamo. Ci hanno chiuso in una gabbia dove l’obiettivo è di vivere a tempo determinato da precari. Il 26 maggio è un referendum, ma non sulla Lega, sull’Europa: o si va avanti o si torna indietro”.

Il finale è con gli immancabili selfie: prima con la lista della Lega di Campobasso, poi con quella di Termoli, infine con gli estimatori presenti.

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