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Tartaglione: per le Europee partita epica, dal voto l’avviso di sfratto per i gialloverdi

L’INTERVISTA/ L’onorevole di Forza Italia, impegnata a tutto campo sul territorio per la tornata elettorale del 26 maggio, guarda con fiducia all’affermazione degli azzurri nello scacchiere europeo grazie all’Highlander Berlusconi. Sulle Amministrative e i possibili contraccolpi nella giunta regionale non si sbilancia: c’è voglia di cambiare, il centrodestra incarna la discontinuità


di Pasquale Bartolomeo

Onorevole Annaelsa Tartaglione, questa volta per Forza Italia la partita sarà più dura guardando i sondaggi. Che aspettative ha per queste elezioni?

“È una partita avvincente. Il coraggio e il carisma del nostro leader Silvio Berlusconi, che ha deciso di ricandidarsi nonostante tutte le avversità, la rendono addirittura quasi epica. In gioco ci sono il futuro del nostro Paese e della stessa Europa e il ruolo di Forza Italia, unica casa dei moderati e liberali nel nostro Paese, è assolutamente fondamentale. Il voto a FI ha una doppia valenza: dare l’avviso di sfratto a questo governo salvando l’Italia dall’estremismo e dallo sfascismo gialloverde, al contempo spostare gli equilibri nel vecchio continente in modo da creare un nuovo polo di centrodestra, capace di cambiare davvero volto a questa Europa, una grande alleanza tra popolari e destre moderate per isolare le sinistre delle élite e superare finalmente lo status quo.
Una cosa bisogna spiegarla bene: in Europa non può esserci maggioranza senza il Ppe, che in Italia è rappresentato proprio da Forza Italia. Quindi FI è l’unica forza politica Italiana influente che sarà sicuramente al governo del prossimo Parlamento europeo. È semplice: più voti prenderà Forza Italia e più gli italiani potranno contare in Europa”.

E a livello locale? Nel suo Molise a Termoli il centrodestra, con un candidato sindaco di Fi, sembra favorito, mentre a Campobasso – dove la candidata è invece della Lega – la partita sembra più aperta.

“Francesco Roberti è un professionista, un amico, un uomo coerente e una brava persona. In Forza Italia praticamente da una vita, rappresenta la dimensione sana della politica, legata davvero al territorio e ai nostri valori di sempre. La coalizione, non solo il partito, lo sostiene con forza e convinzione e nell’ambiente c’è grande entusiasmo e ottimismo. Lo stesso vale per Campobasso, dove Fi ha messo in campo una delle liste con più giovani, più donne e volti nuovi, a sostegno della candidata Maria Domenica D’Alessandro. C’è voglia di cambiare e il centrodestra incarna bene questa richiesta di discontinuità”.

Lei è costantemente impegnata sul territorio molisano, ma la campagna elettorale quest’anno non vive momenti di picco, è silente e poco combattuta. Perché secondo lei? Disaffezione generale dalla politica?

“Chi mi conosce sa che vivo praticamente con il trolley in mano: Roma, Isernia, Campobasso, Termoli, Campomarino è un percorso ormai obbligato, senza contare i piccoli comuni della regione e tutti gli eventi che seguo in Italia per il partito. Credo nella politica del contatto con la gente e del confronto diretto, noi giovani leve abbiamo lo splendido esempio di Berlusconi che di certo non si è mai chiuso nel palazzo, nemmeno da premier. Ma è pur vero che oggi la politica ha anche linguaggi molto social e virtuali, quindi forse non si tratta di freddezza, viviamo semplicemente una fase di epocali cambiamenti”.

Quanto peserà davvero il voto delle Europee sul governo giallo-verde? Ritiene che davvero ci possa essere uno scossone? Salvini continua a ripetere che dureranno cinque anni…

“Gli italiani avranno la possibilità di decidere se le politiche di questo governo siano soddisfacenti o meno. Credo che i cittadini si siano ben resi conto che non c’è stata alcuna crescita in questo anno di governo, ma anzi sono aumentate le tasse e i livelli di disoccupazione sono più che preoccupanti, senza dimenticare che nel Def questo governo ha previsto l’aumento dell’Iva o, peggio ancora, una patrimoniale. Per noi del Sud e molisani sarebbe una vera batosta: siamo senza crescita e l’80 per cento possiede una casa.  Ma alla fine se dalle urne si darà una bocciatura all’attuale esecutivo, la cosa non potrà certo lasciare tutti indifferenti. Noi ce lo auguriamo, perché l’Italia ha bisogno di un governo credibile, di centrodestra, capace di operare a favore di giovani, lavoro, infrastrutture, Mezzogiorno. Sono convinta che la riscossa partirà proprio dal Sud del Paese”.

Quale futuro invece per Forza Italia? Berlusconi, é ancora in campo in questa campagna elettorale, e Tajani non sembra avere affatto il carisma per ereditarne lo scettro…

“Berlusconi c’è ed è il nostro Highlander. È impegnato personalmente in campagna elettorale (e tengo a ricordare che questa volta bisogna scrivere Berlusconi per votarlo, non basta tracciare solamente una X sul simbolo), perché crede fortemente in ciò che fa, così come sempre accaduto nella sua vita professionale e politica. Ha già dimostrato di difendere fino in fondo il proprio Paese e può ancora fare molto per l’Italia. Al fianco del presidente in questi 25 anni di storia si è formata una classe dirigente nazionale e locale di tutto rispetto. Invito a dare un’occhiata all’età media dei nostri dirigenti. Siamo ottimisti per il futuro, ce l’abbiamo nel DNA. Per quanto riguarda il presidente Antonio Tajani, mi permetto di ricordare che la sua lealtà e le sue capacità sono fuori discussione. È riuscito a diventare presidente del Parlamento europeo facendosi eleggere da una maggioranza di centrodestra, la stessa a cui Berlusconi vuole affidare il governo dell’Europa. A differenza di altri leader politici italiani Silvio Berlusconi e Antonio Tajani, una volta eletti, saranno impegnati a tempo pieno in Europa e, grazie alle loro capacità nelle relazioni internazionali e umane, sapranno convincere il PPE ad allearsi con i conservatori, i liberali e le destre moderate”.

 Il Cavaliere in questi giorni ha detto di vedere bene Draghi premier. Lei che ne pensa? Ma davvero, visti i precedenti, può esserci ancora spazio per un governo tecnico?

“Mario Draghi ha fatto molto per l’Italia in questi anni alla presidenza della Bce e se il presidente Berlusconi non avesse fortemente voluto la sua elezione, probabilmente l’Italia sarebbe finita come la Grecia. Berlusconi ha detto chiaramente di escludere governi tecnici, ma, come ha specificato anche in questi giorni, il suo obiettivo è quello, attraverso il voto popolare, di vedere alla guida del Paese persone competenti, che abbiano già dimostrato di fare del bene alla propria comunità”.

Torniamo al Molise. Se Campobasso non diventasse di centrodestra con il candidato sindaco leghista, secondo lei in Regione Mazzuto resterà al suo posto o ci sarà il tanto chiacchierato rimpasto?

“Tali decisioni non spettano di certo a me ma al presidente di regione Donato Toma, eletto poco più di un anno fa grazie a uno splendido gioco di squadra del centrodestra”.

 

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Pasquale

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