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Il Ministro della Difesa: Campobasso peggiorata negli anni, Gravina un’occasione

Elisabetta Trenta protagonista dell’evento elettorale in piazza Municipio, dove assume l’impegno ufficiale di battersi per salvare la presenza delle Forze Armate sul territorio, vista la paventata chiusura del Comando Militare Esercito Molise stabilita dal governo Gentiloni. GUARDA LA VIDEOINTERVISTA


CAMPOBASSO. Lei che Campobasso lo ha nel cuore, si sta battendo perché la città conservi un presidio sul territorio come il Comando Militare dell’Esercito Molise, in odore di soppressione per effetto di una legge del precedente governo Gentiloni. Elisabetta Trenta, di casa in Molise, si impegna ufficialmente in piazza Municipio con i cittadini. Non una promessa perché, come dice, non è nel suo stile se non può esserne certa. Ma una garanzia di impegno costante, anche grazie alle proposte dei parlamentari molisani che ne supportano il lavoro. In piazza Municipio per supportare Roberto Gravina sindaco, circondata dallo ‘Stato Maggiore’ del Movimento 5 Stelle Molise (prlamentari e consiglieri regionali) il ministro della Difesa mette passione nel fare il suo appello al voto.

“Mi piacciono le campagne elettorali – apre il suo discorso – perché sono il momento del sogno, quando vediamo la realtà e ci rendiamo conto che non ci piace e che va cambiata. Il Movimento Cinque Stelle è fatto di persone lontane dalle logiche del clientelismo, di persone che vogliono offrire un messaggio positivo. Non vi parliamo alla pancia, non prendiamo il fucile, e ve lo dico io che sono ministro della Difesa: i fucili non ci servono – sottolinea tra gli applausi – Noi i problemi li guardiamo e li conosciamo, li affrontiamo con la razionalità e con il cuore, che è ciò che ci metteranno questi ragazzi per rendere Campobasso un po’ diversa”.

“La mia famiglia acquisita – continua – è di Campobasso e negli ultimi 11 anni ho visto questa città cambiare: ragazzi che se ne vanno e negozi che chiudono, significa che qualcosa è stato sbagliato. Ho sempre visto il Molise come una regione dove potrebbe esserci tantissimo sviluppo, se ci fossero scelte politiche sostenibili. Ma questo – argomenta Trenta – non significa dire solo no: vogliamo una città nella quale si possa vivere bene, dicendo anche sì. Sostenibilità significa attenzione per l’ambiente, certo, ma anche sostenibilità sociale: forti della convinzione che il nostro solo cliente siete voi, i cittadini. Poi un tocco di romanità che svela le sue origini: “Robè, c’hai tanto da fare”.

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Pasquale

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