Battista ammaina bandiera: il sindaco uscente ammette la sconfitta

Il primo cittadino ha già chiamato Roberto Gravina, candidato del Movimento 5 Stelle, che andrà al ballottaggio con il candidato leghista del centrodestra, Maria Domenica D’Alessandro. Una telefonata cordiale, per complimentarsi per il risultato


CAMPOBASSO. E’ visibilmente dispiaciuto, con la voce che spesso s’incrina.

Ammette la sconfitta Antonio Battista, sindaco uscente e ricandidato con il centrosinistra alle Amministrative del Comune capoluogo dove si concretizza, con il passare delle ore, il ballottaggio tra il candidato del centrodestra, la leghista Maria Domenica D’Alessandro e il pentastellato Roberto Gravina, suo competitor 5 anni fa.

Un divario difficile da colmare – dice subito, attorniato dai microfoni e dalle telecamere, lui che schivo lo è di natura –, qualcosa non ha funzionato, non è stato percepito nella cittadinanza questo lungo lavoro di 5 anni”.

Il ballottaggio. Obiettivo non centrato, una speranza per il centrosinistra legata ad una evidente questione numerica. Cinque le liste che sostengono il candidato Maria Domenica D’Alessandro, molte delle quali composte da uomini della sua maggioranza che, come in un film già visto, hanno fatto i bagagli e sono approdati dall’altra parte.

Una speranza che avrebbe rimesso in pista il centrosinistra ma che si è infranta contro la certezza dei voti scrutinati.

Rimpianti, rimorsi? Nessuno, per Antonio Battista. “Esprimo tutta la mia soddisfazione – dice – e ringrazio tutti i candidati perché mi hanno sollecitato e sottoposto temi importanti: un lavoro del quale ringrazio la mia squadra di cui sono orgoglioso. Ho chiamato già Roberto Gravina, con il quale mi sono complimentato. Ma voglio farlo anche con Paola Liberanome per la sua campagna elettorale sui temi, i miei collaboratori tutti”.

Antonio Battista risponde con cortesia alle domande dei giornalisti ma il dato elettorale ha bisogno di essere metabolizzato, compreso, analizzato e ragionato.

Colpa dei transfughi che sono passati dall’altra parte? “Del tradimento non voglio parlare, non ho toccato il tema in campagna elettorale” rimarca e chiude il discorso. Come sarà l’opposizione di Battista a Palazzo San Giorgio, in quell’aula dove per 5 anni ha ricoperto il ruolo di primo cittadino? “Vedremo i programmi, non abbiamo preconcetti”.

Analizza il dato delle Europee, il Partito Democratico che lentamente risale la china ma “non voglio scendere nel particolare delle sezioni, di certo il Pd si sta rilanciano ma da noi fatica di più. Di certo si apre uno scenario di bipolarismo, un dato utile per ripartire e rilanciare l’azione politica”. Ma dal Pd qualcuno si è fatto sentire? “No, nessuno” ammette.

L’ultimo ringraziamento ai giornalisti, agli operatori dell’informazione sempre presenti. Un sorriso amaro quello con il quale saluta i tanti sostenitori presenti nella sede, i suoi candidati con i volti tirati e la stanchezza della sconfitta scolpita sul volto.

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