Una nota stampa per segnalare il perdurare dei disagi a seguito del dissesto che interessa la zona nord del paese ormai nel 2017


CIVITACAMPOMARANO. Un disagio che va avanti da due anni e le cui soluzioni, seppur promesse, sembrano non concretizzarsi. È quello che vivono gli abitanti di Civitacampomarano, alle prese con un movimento franoso che ha interessato l’intero fronte nord del paese e che continua a compromettere la sicurezza del borgo. Nonostante lo stanziamento di fondi statale, problemi burocratici non consentirebbero il passaggio dalle parole ai fatti. E le incertezze prendono forma in una nota/denuncia, vergata da un Comitato civico ad hoc, che lancia quesiti alle istituzioni preposte.

“La comunità di Civitacampomarano, prossima agli onori della cronaca per l’imminente edizione 2019 di raffigurazioni murali ‘C’vtà’, – si legge – versa ancora nei gravissimi disagi causati dall’enorme e subdolo movimento franoso che ha interessato l’intero fronte nord del paese; nuclei familiari evacuati, edifici puntellati, abitazioni distrutte fra cui la storica casa natale di Gabriele Pepe, quartieri fantasma, viabilità urbana compromessa e a rischio persino la SS157 (ex SP 163), trasformata in senso unico alternato con semaforo e transenne; scaduto lo Stato di Emergenza nazionale dichiarato nel 2017, ora ci si affanna nella gestione dei sia pur minimi fondi messi a disposizione dallo Stato centrale (circa 2,5 milioni di euro pari al 25% del fabbisogno per danni a privati); complicazioni burocratiche, quesiti irrisolti e oggettive difficoltà interpretative impediscono a tutt’oggi l’effettivo utilizzo dei fondi pubblici; irrisolto, se non addirittura mai razionalmente affrontato, resta infine il problema cruciale: origine, definizione, evoluzione e possibile sistemazione-mitigazione dell’assestamento franoso tuttora privo di una seria e scientifica analisi geotecnica; dopo l’incontro franco e costruttivo avuto in data 8/4/2019 nella sede di via Genova a Campobasso con il presidente della Regione Molise, Donato Toma, – prosegue la nota – il Comitato resta in paziente attesa di risposte e dell’auspicato sopralluogo del presidente-commissario delegato a Civitacampomarano”.

Di qui le istanze. “Tanto premesso ci sia concesso lanciare le seguenti domande alla pubblica opinione e a chi riveste pubbliche responsabilità: trascorsi inutilmente già 5 mesi dei 18 concessi, pena la revoca, per l’utilizzo dei contributi riconosciuti con Delibera del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6/9/2018, quanto tempo dovremo ancora aspettare? Quando verrà finalmente avviato uno studio preventivo volto non solo a configurare scientificamente il dissesto in atto, ma soprattutto a scongiurare che i programmati fondi nazionali per diversi milioni di euro (oltre 8 mln) periscano nello sciagurato spirito di ‘assalto ad opera pubblica’ senza che della stessa si sia stabilito a monte la necessità, la natura e l’opportunità? Ad esito di questo cosiddetto intervento di mitigazione del rischio il paese potrà mai recuperare la sua vivibilità, percorribilità e la gente tornare nelle case finora illese? Che fine faranno i contributi percepiti nel frattempo, andranno a parziale ristoro del danno sia fisico e morale, che di mancato uso della propria abitazione? Potrà una Regione, che ancora sfoggia l’unico monumento nella piazza più prestigiosa del suo capoluogo, parlare ancora di storia, cultura e turismo lasciando che la casa natale dei Pepe resti diruto simulacro di una perduta identità e dignità regionali?”.

Si attendono risposte.

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