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Guardie mediche: 900 camici bianchi chiamati a restituire 10 anni di indennità. Romano ‘guida’ la class action

L’avvocato assiste gli aderenti alla Fimmg e allo Snami ma anche i professionisti non sindacalizzati. Entro la fine della settimana partirà l’atto di diffida nei confronti della Regione e della struttura commissariale. Anche l’Ordine di Isernia scende in campo, per il presidente Crudele si tratta di un’azione politica che punta a chiudere o ridurre i servizi


CAMPOBASSO. Azione legale collettiva, una class action in pratica, e un atto di diffida che sarà inviato entro la prossima settimana sia all’Asrem sia alla struttura commissariale nel quale l’avvocato Massimo Romano rivendicherà, a nome dei medici (sindacalizzati e non), il diritto alle indennità sospese ai medici di continuità assistenziale. Non solo: anche un chiarimento definitivo da parte della Regione Molise che, con una delibera del 2007, ha preso atto di un accordo e quindi ha consentito l’erogazione di tali somme.

Il caso, che riguarda circa 900 medici, esplode un paio di settimane fa quando viene pubblicato il decreto a firma del commissario ad acta, Angelo Giustini, con il quale si prende atto di una specifica deliberazione della Corte dei Conti che ipotizza il danno erariale (e che in merito sta procedendo con le relative indagini) relativamente alle indennità erogate dal 2009 ai medici di guardia medica in forza di una delibera dell’allora Giunta Iorio che recepiva l’accordo decentrato regionale.

In pratica, si dispone che, nelle more della compiuta disamina della problematica, venga sospesa, “in via cautelativa l’efficacia delle disposizioni” contenute appunto negli articoli 27 e 28 dell’accordo approvato con la delibera di Giunta regionale del 27 febbraio 2007. Di conseguenza viene ‘congelata’ l’erogazione delle due indennità (una riguarda atti vandalici e calamità naturali che è pari a euro 1,70 per ciascuna ora di attività ed erogata nel caso in cui il medico di continuità assistenziale utilizzi la propria autovettura e l’altra è relativa all’assistenza pediatrica ed è pari a euro 1,30 per ciascuna ora di attività). Lo stesso Giustini rileva come tali indennità siano state rimodulate nel 2012, con decreto del precedente Commissario ad acta, che ha stimato risparmi per circa 500mila euro nei primi due anni. Il commissario ad acta, quindi, ha dato mandato all’Asrem di procedere al recupero delle somme “indebitamente percepite” secondo la Corte dei Conti che, sarà bene rimarcare, ancora non avrebbe concluso la relativa fase di indagine.

Indennità sospese e azione di recupero avviata che, nei casi più eclatanti, significa che ci sono medici chiamati a restituire 30mila euro per le somme incassate in dieci anni di attività.

Due i sindacati che hanno inteso rivolgersi all’avvocato Massimo Romano, la Fimmg (Federazione italiana medici di Medicina Generale) e lo Snami (Sindacato nazionale medici italiani) ma anche tanti professionisti non sindacalizzati che vogliono opporsi a tale provvedimento che, come detto, riguarda 900 medici anche se, a giudizio del legale, il numero sarebbe fuorviante poiché ingloba anche quei professionisti che hanno fatto una sola guardia medica o una sostituzione e hanno quindi percepito una sola indennità. Il limite dell’azione avviata dall’Asrem, l’atto di costituzione in mora, risiederebbe proprio nella singolare fattispecie di non quantificare la somma del danno che, al momento, è presunto e nemmeno di specificare il numero di chi ne avrebbe diritto.

L’avvio della class action, al momento e per qualche giorno ancora, consente quindi di raccogliere adesioni all’atto di diffida che attraverso Massimo Romano sarà inviato (entro la fine di questa settimana) all’Asrem e alla struttura commissariale nel quale i medici rivendicano il diritto all’indennità e a prescindere dall’esito dell’indagine avviata dalla Corte dei Conti in merito al presunto danno erariale, per capire se la Regione e l’Asrem intendano tutelare le professionalità coinvolte, loro malgrado, in questa azione.

“Si tratta di un’azione finalizzata a scongiurare la fase giudiziale – spiega Massimo Romano che, come detto, sta perfezionando la raccolta delle adesioni per depositare un atto di diffida – e a chiedere una migliore ponderazione nell’interesse di ciascun medico”.

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redazione

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