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In lista solo uomini adulti e sposati ma non può nominare la Giunta. Il sindaco: ora mi servono 2 donne

Finisce su tutti i quotidiani nazionali l’irrituale procedura scelta dal primo cittadino di Cercemaggiore che, per legge, deve avere almeno due donne nell’Esecutivo comunale ma che non era obbligato a candidarle in lista


di Lucia Sammartino

CERCEMAGGIORE. Gino Donnino Mascia ha ricoperto l’incarico di sindaco del piccolo centro del Fortore per dieci anni ma mai avrebbe immaginato di dover arrivare a questo. Cercare non una ma due assessore con un avviso pubblico, ormai diventato virale e finito su tutti i giornali nazionali.

Dal 2004 al 2014 saldamente al comando del Palazzo di Città, il sindaco Mascia ha dovuto cedere il terzo mandato per adempiere alle normative e così, passati i 5 anni di ‘stand by’, ci ha riprovato ed ha vinto. Nessuna donna in lista, ma la legge non lo ha obbligato. Ma poi la Giunta tutta al maschile crea un problema che potrebbe sfociare persino in un ricorso al Tar.

“Ho sempre ragionato così, la Giunta deve essere quella degli eletti dal popolo – dice al telefono – e avrei fatto lo stesso anche ora se non ci fosse stato l’obbligo del 40% di donne nell’Esecutivo”.

Chi si aspetta di trovare requisiti di competenza nell’avviso pubblico resterà deluso. Servono donne, questo il succo del discorso. L’importante è che abbiano compiuto 18 anni, siano residenti a Cercemaggiore, non abbiano legami di parentela stretta con gli attuali consiglieri di maggioranza e di minoranza e con i futuri assessori, abbiano condiviso il programma elettorale con il quale il primo cittadino si è proposto all’elettorato che lo ha premiato per la terza volta, abbiano maturato esperienze professionali e personali “che siano utili alla comunità”, non siano mai state candidate in contrapposizione alla lista “Uniti per Cercemaggiore”.

Naturalmente, le ‘selezioni’ saranno valutate dal sindaco che a proprio insindacabile giudizio nominerà le due assessore e le potrà revocare quando lo riterrà opportuno.

“Comprenderà che non posso avere in Giunta chi ha fatto campagna elettorale contro questa amministrazione” dice ancora. E, ’stuzzicato’ sul punto delle competenze rimarca: “non voglio mica discriminare gli altri, quelli che entreranno in Giunta. L’importante è che siano diplomate” dice riferendosi alle due assessore, che al momento sembrano introvabili.

Due donne nell’Esecutivo, quindi, ma solo perché la legge obbliga alla parità di genere? “Guardi, sono un femminista nato e non precludo nulla al genere femminile. Per la composizione della lista non ero obbligato a candidare donne e non mi sono impegnato più di tanto perché ho avvertito una certa desistenza verso le candidature. Le persone giuste (donne, ndr), declinavano l’invito e poi io non voglio rubare tempo alle famiglie”.

Quindi, sindaco, le donne è meglio che restino a casa fino a quando poi però non arriva l’obbligo di legge a metterle in Giunta? “Guardi, da noi, nelle piccole realtà è diverso – spiega – facciamo un esempio: se vado in Giunta regionale con un assessore donna e si fanno le ore piccole, qualche difficoltà in più di certo ci sarà rispetto ad un assessore. Ma sia chiaro: le donne sono un gradino in più rispetto agli uomini” dice, aggiustando il tiro.

Ma qualche riscontro già lo ha avuto? “Non so, non ho controllato visto che la scadenza è stata fissata al 26 giugno. Certo è che oggi la norma mi obbliga ad escludere dalla Giunta due candidati tra i più votati perché dovrò avere nell’Esecutivo due donne che saranno per forza di cose esterne”. Un Esecutivo che già c’è, nei fatti: sono assessori, fino a quando non ci saranno i ‘casting’ per le due quote rosa, Antonio D’Aversa, Giuseppe Simone, Franco D’Elia e Donato Spina.

Io nella mia lista ho voluto solo persone d’esperienza – spiega Mascia – per questo non ho candidato nemmeno i giovani: avevo bisogno di gente in grado di fare la differenza, di vincere con me, persone sposate che avessero tempo da dedicare al Comune”.

Insomma, nessun giovane e nessuna donna in corsa con il sindaco Mascia e solo uomini sposati: scelte che però oggi penalizzano Mascia che è obbligato ad una sorta di ‘selezione pubblica’ per ottemperare alla normativa sulle pari opportunità e sulla parità di accesso alle cariche elettive.

“In Italia si fanno le leggi pensate con i piedi e scritte con le mani “ spiega ancora. “Se non si farà avanti nessuno oppure se non ci saranno candidature interessanti, andrò avanti con la mia Giunta e poi si vedrà cosa accade. Intanto, io ci ho provato”.

Appuntamento al 26 giugno visto che l’orario fissato per inoltrare le manifestazioni di interesse al ruolo di assessore al Comune di Cercemaggiore scadrà a mezzogiorno. Chissà se, per mercoledì prossimo, Gino Donnino Mascia riuscirà nell’impresa di trovare le sue due indispensabili assessore.

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redazione

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