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Punto Nascita chiuso, Toma pronto a chiedere la ‘testa’ di Giustini: mandino qualcuno competente sui bilanci

Di qui l’attacco politico, frontale, al Movimento 5 Stelle: “I consiglieri regionali che oggi parlano dopo aver spinto per il commissariamento si guardino allo specchio, prima di dire certe cose. La favola di Isernia barattata con Termoli è appunto una favola, ho tutti i documenti. Sono loro, dal Comitato Percorso Nascite nazionale che hanno stabilito, in relazione al trend dei parti, che Termoli dovesse essere chiuso e Isernia no. Ma noi abbiamo insistito con la deroga, senza avere risposta, anche per Termoli. Anzi, la risposta è stata appunto la chiusura. La decisione passa sulla testa dei molisani, è presa dai Tavoli tecnici. Tutta l’attività che stiamo ponendo in essere, a livello politico, è dunque per l’abolizione dei commissariamenti”.

Rimarca, Toma, tutta la ‘fatica sprecata’ di Angelo Giustini rispetto alla segnalazione alla Corte dei Conti avanzata per chiedere chiarezza sui 4 milioni e 200mila euro ‘spariti’. Inutili sia mail con posta certificata inviate dalla struttura commissariale alla Procura regionale della Corte dei Conti sia la ‘visita’ di Giustini in via Garibaldi a Campobasso per verificare che i decreti fossero arrivati a destinazione. La risposta arriva dal Ministero della Salute, e guarda caso giunge al protocollo della Regione Molise proprio ieri. Quel provvedimento deve essere ritirato, l’iter seguito dal presidente Toma è inattaccabile, dicono da Roma.

Se il Commissario mi avesse detto di preciso – torna a sconfessare l’operato dei tecnici, il governatore – a quanto ammontava il deficit, avrei trovato le risorse. Invece mi ha detto che secondo lui mancavano 4,2 milioni che noi, come Regione, non avremmo girato all’Asrem. Ma questo non è vero secondo il Ministero, proprio ieri è arrivata una lettera a Giustini che lo invita a ritirare il decreto in cui affermava questa cosa. L’eccezione sulla fiscalità non ci è mai stata fatta dai Tavoli tecnici, non è stata rilevata alcuna difformità di coperture. Ci è stato solo detto di coprire il disavanzo con le risorse regionali. Io, infatti, avevo chiesto ai commissari di sapere con precisione il disavanzo totale, ottenendo ‘in cambio’ la presentazione dei documenti alla Procura della Corte dei conti”.

Forse qualche tecnico che mastica di bilancio avrebbero dovuto mandarcelo – attacca ancora Toma – Non poter utilizzare la fiscalità per pagare il mutuo sanitario precedente, significa che la norma mi toglie attività correnti e dunque devo girare tutta la fiscalità alla sanità per l’intera durata del mutuo trentennale. Invece, come dice la norma regionale, che il Ministero ci dice di non modificare in quanto con esso concordata, a fine anno si vede quanto disavanzo c’è e si trovano le risorse per coprirlo. L’aumento delle aliquote vale circa 10 milioni di euro, ma abbiamo anche risorse nostre, come Regione; parlo di residui attivi, che avremmo potuto utilizzare. Non abbiamo problemi, volevamo solo sapere quanto dovevamo coprire e saremmo andati in Consiglio con una legge di copertura, una sola volta. Ora, invece, copriremo 4.2 milioni e poi il resto. Non c’è alcuna cosa strana: chi dice il contrario non ha studiato e non ha capito un fico secco di bilancio. Vogliamo dialogare, ma con i mandanti, non con i mandatari. Perché è a loro che vogliamo far cambiare idea. Ho il diritto di dare ai molisani la stessa assistenza che hanno gli emiliani in Emilia-Romagna”.

Toma si dice anche convinto che Giustini abbia ‘vita’ breve, in Molise: “Qualche fastidio lo sta creando anche alla Grillo – si spinge a dire – dunque potrebbe esserci qualche sorpresa. Chiederò a Giorgetti di accelerare la procedura di azzeramento dei commissariamenti, una regione non può essere commissariata per 12 anni. Si tratta di un istituto obsoleto e che si è rivelato fallimentare“.

Poi Toma si toglie un pesante sassolino dalla scarpa. “Io vado dalla porta principale ad interloquire con il governo, ma qualcun altro entra dalla porta posteriore. Ho un’opposizione che agisce in maniera anche ingiuriosa nei miei confronti e a livello romano c’è una parte, al governo, dello stesso colore politico della mia opposizione. C’è chi fa e chi disfa“.

Infine, un passaggio sul ruolo dei parlamentari pentastellati. “La delegazione parlamentare – conclude il presidente – è venuta a discutere con me, in tempi non sospetti, del nome del commissario. Punto”. Ma, sempre secondo la ‘narrazione’ del governatore, la delegazione del Movimento 5 Stelle è stata ricevuta dal commissario Giustini in via Genova, ben 9 volte. Di che cosa abbiano parlato, questo non è dato sapere.

 

 

 

 

 

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