Il primo cittadino è intervenuto alla manifestazione organizzata dal gruppo ‘Donne e Mamme di Termoli’, molte le proposte avanzate dai cittadini che chiedono di sapere chi ha condannato a morte il reparto del San Timoteo


TERMOLI. La prima grana, per il sindaco Roberti, è di quelle pesanti. Ma non intende di certo delegare né deporre le armi rispetto alla chiusura del Punto Nascita del San Timoteo e al paventato rischio che l’intero nosocomio venga smantellato.

Presente alla manifestazione organizzata per questa mattina dal gruppo ‘Mamme e Donne di Termoli’ ha annunciato che questa sera sarà firmato il ricorso al quale i legali stanno lavorando incessantemente dal giorno in cui il decreto del commissario ad acta ha di fatto chiuso le porte del Punto Nascita.

“Pronti a tutto, anche alla marcia su Roma – ha detto -: siamo fiduciosi nell’iter che avrà il nostro ricorso perché sono evidenti alcune illogicità. Ma dobbiamo calmarci senza però abbassare la guardia. Noi esigiamo rispetto”.

Il primo cittadino ha rivolto poi il suo personale ringraziamento a tutti i cittadini presenti, ai consiglieri regionali, ai sindaci che hanno preso parte alla manifestazione, ai parlamentari rimarcando di essere a disposizione di chiunque, a livello istituzionale, voglia partecipare alla fase del ricorso avverso il decreto del Commissario ad acta. “Non dobbiamo cercare il colpevole, dobbiamo portare a casa il risultato” ha rimarcato.

Dal gruppo ‘Donne e Mamme di Termoli’ sono arrivate richieste ben precise che più volte hanno suscitato, fra i partecipanti alla manifestazione, gli applausi.

Diritto alla salute omogeneamente distribuito sul territorio molisano, accesso agli atti che hanno determinato lo smantellamento del Punto Nascita per individuare eventuali responsabili ed eventuali abusi, i nomi di chi ha firmato la richiesta di deroga per il solo Punto Nascita del Veneziale di Isernia e le motivazioni della mancata richiesta avanzata per Termoli.

Le richieste, però, non si esauriscono con la comprensione dettagliata di quanto avvenuto nel passato, fatti prodromici al decreto di chiusura del Punto Nascita e del Nido, i cui effetti saranno evidenti già nell’immediato. Il gruppo di cittadini reclama la costituzione di un organismo di coordinamento che effettui uno studio per comprendere le ragioni che spingono le mamme a partorire fuori così da intervenire per potenziare il servizio, raggiungere la soglia minima di parti annui e garantire quelle condizioni di sicurezza che sono diventate l’arma con la quale il delitto è stato compiuto.