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Contratto di sviluppo, l’altra faccia della medaglia: polemiche per i progetti esclusi

I commenti del presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone, della consigliera regionale di ‘Prima il Molise’ Mena Calenda e del consigliere comunale di Agnone Maurizio Cacciavillani, che lamentano in particolare la partecipazione di soggetti privati ai bandi


CAMPOBASSO. Sono appena state pubblicate le graduatorie dei progetti dei Contratti Istituzionali di Sviluppo, che il Tavolo istituzionale Cis Molise, presieduto dal premier Giuseppe Conte, ha finanziato per oltre 220 milioni di euro. Sessantasei progetti, che dovrebbero raccontare uno sviluppo armonico dell’intera regione, ma che invece secondo alcuni esponenti della politica locale evidenziano divari e discrepanze di trattamento. Sulla questione è intervenuto il presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone, che si dice “perplesso sull’esclusione di alcuni progetti meritevoli e non risultati vincitori. Perplesso, ma poco sorpreso dopo il primo approccio avuto con il modus operandi dimostrato dal Governo centrale e dal presidente del Consiglio”.

Secondo Micone sono state disattese le promesse “di voler coinvolgere gli attori principali dal basso (136 sindaci, imprese ed istituzioni locali) per ascoltare e recepire le istanze del territorio. Aspettativa venuta meno, fin dal primo momento, dato che la massima assise regionale non è stata mai invitata ad alcun incontro, nè tanto meno interessata ed ascoltata, sia come espressione politica del territorio e dei molisani, sia come titolare di diverse funzioni, tra cui quella di approvare il piano di sviluppo regionale ed i programmi di intervento economico e finanziario e quella di pianificare e programmare le linee direttrici del governo del territorio. Ho seguito l’iter procedurale del Cis – continua Micone – attraverso la voce degli amministratori locali che mi hanno aggiornato su come si sono svolti i vari incontri. Incontri in cui gli amministratori locali sono stati informati su come realizzare i progetti, le possibili aree di intervento ed i criteri richiesti. Questi ultimi, in maniera poco chiara, venivano indicati come “strategicità” e “cantierabilità” che i progetti dovevano rispettare e gli interventi proposti dovevano avere l’obiettivo di ridurre il divario infrastrutturale, economico e sociale del Molise rispetto alle altre regioni più virtuose, in modo da creare sviluppo ed occupazione. Ad oggi, alla luce della graduatoria approvata, mi chiedo: cosa si intende in concreto per criteri oggettivi rientranti nella “strategicità” e nella “cantierabilità” tanto da far risultare un progetto vincitore e un altro progetto no?”

“In Molise di Comuni se ne contano ben 136 – commenta la consigliera regionale di ‘Prima il Molise’ Mena Calenda – dunque 100 comuni tagliati fuori, ad eccezione dei 62 enti locali che parteciperanno alla ripartizione dei fondi per lo sviluppo turistico lungo i tratturi, salvo la fattibilità del progetto nella seconda fase. Una ecatombe di progetti, che avrebbero potuto garantire lo sviluppo economico di tutta la regione, se solo gli attori avessero tenuto in debito conto le istanze di ogni sindaco, che conosce i bisogni delle proprie aree”, continua la Calenda, facendo eco a quelle che sembrano preoccupazioni bipartisan.

Anche il consigliere comunale di Nuovo Sogno Agnonese Maurizio Cacciavillani, infatti, denuncia come “il Comune di Agnone non vedrà realizzato nessuno degli interventi sbandierati in questi anni dall’amministrazione del sindaco Lorenzo Marcovecchio. Di tutti i progetti tanto pubblicizzati sulla stampa locale quali ad esempio la realizzazione di un convitto, la ristrutturazione di Palazzo dei Filippini come sede universitaria, la valorizzazione delle mura sannitiche di San Lorenzo, l’abbattimento dell’ecomostro a San Marco, la realizzazione del marciapiede in viale Castelnuovo, la realizzazione del canile comunale. Nessuno di questi progetti compare nelle liste degli interventi approvati. Nonostante l’appartenenza del sindaco Marcovecchio alla cordata politica governativa e alla presenza sul territorio di un consigliere regionale, il comune di Agnone è rimasto letteralmente a bocca asciutta. Un momento difficilissimo per il territorio altomolisano, dove il dibattito politico stagna nella palude dell’invettiva personale e della continua ricerca di visibilità e consenso. Insomma un tutti contro tutti mentre la nave affonda!”, chiosa Cacciavillani.

La denuncia più importante però arriva nei confronti della partecipazione di diversi soggetti privati ai bandi. “Nelle prossime ore – spiega la Calenda – approfondirò anche le scelte adottate che hanno permesso di partecipare alla ripartizione dei finanziamenti dei Contratti di Istituzionali di Sviluppo, soggetti privati. Come mai si è data loro la possibilità, snaturando di fatto il significato del tavolo istituzionale, lasciando fuori dai giochi interi Comuni? Con mio rammarico, devo constatare, che ancora una volta, si è persa l’opportunità di migliorare e di operare secondo schemi scevri da logiche incomprensibili ai più”.

Le istanze di Cacciavillani e Calenda sono condivise anche da Micone: “Il Cis, per sua natura, ha come obiettivo primario lo sviluppo dell’intero territorio e ne promuove la crescita e l’occupazione. Come mai sono state escluse alcune aree importanti e strategiche della nostra Regione? Perché non sono stati presi in considerazione alcuni Comuni che hanno sofferto, soffrono e così continueranno a soffrire di problematiche importanti come lo spopolamento, la disoccupazione e la carenza di infrastrutture? E, invece, quale sarebbe la motivazione e il giovamento che la nostra terra avrà nell’essersi vista approvare un progetto presentato da un soggetto privato,  lo stesso soggetto che negli anni passati ha già avuto modo di occuparsene e nulla ha fatto per la crescita e lo sviluppo di un’area turistica e di impatto economico importante come quella di Campitello Matese? A tal proposito, esprimo il mio più sentito disappunto e sono molto amareggiato per come è stata preferita la possibilità finanziare un progetto proveniente dal privato con fondi pubblici e non l’aver tenuto in considerazione progetti presentati da alcuni Comuni, sempre dell’area matesina, portatori di interesse pubblico e con l’obiettivo unico e concreto di sviluppo e crescita dei propri territori e della propria gente”.

“Con un forte senso di amarezza, in veste di cittadino molisano prima e di presidente del Consiglio regionale poi – conclude il presidente Micone – auspico che, chi di dovere nella seconda fase selettiva dei progetti, tenga conto realmente del bene e della crescita del nostro Molise e valuti le idee progettuali capaci di generare opportunità reali e concrete da offrire al mondo economico-sociale per un rilancio del sistema Molise nel suo complesso, facendolo tornare ad una visione fiduciosa e positiva nel futuro da cui ne scaturiscano crescita e sviluppo”.

Pietro Ranieri

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