Fiscalità di vantaggio e aree montane, per Monaco non basta un ordine del giorno

Secondo l’ex sindaco di Capracotta è necessaria un’azione politica più incisiva in grado di garantire i tre principi costituzionali e la riduzione del costo del lavoro


CAPRACOTTA. Fiscalità di vantaggio per le aree interne: un ordine del giorno non basta. Ne è convinto l’ex sindaco di Capracotta Antonio Monaco. “Ho votato anch’io l’ordine del giorno in consiglio comunale – ha affermato -. L’ho fatto animato dallo spirito di cittadino che vive le problematiche che assillano le popolazioni delle aree interne (direi dell’intera provincia di Isernia), e l’ho fatto consapevole che si andava a scrivere l’ennesimo documento che non porterà a nulla di nuovo.

Di ordini del giorno in questi ultimi anni ne abbiamo approvati a iosa, ma tutto è rimasto, come si dice, al “palo” di fronte ad una classe politica nazionale e regionale che è rimasta sempre distante dai problemi delle aree più in difficoltà del nostro territorio, che invece di essere aiutate sono state falcidiate da tagli indiscriminati in ogni settore della vita sociale. Risparmiare qualcosa fa piacere a tutti, ma i problemi sono di altra natura, sanità, istruzione e mobilità. Tre principi costituzionali che sono ogni giorno violati da parte di chi ha il dovere di garantirli”.

Evidenziate poi le tante criticità con cui il territorio fa i conti ormai da troppo tempo. “Con una sanità collassata – evidenzia Monaco -, con una viabilità simile alle strade bombardate del dopo guerra e con una diritto all’istruzione ogni giorno sfiancato da tagli ed accorpamenti di classi di studenti, non riesco più ad immaginare quale può essere il nostro futuro.

Per cui se alla fiscalità di vantaggio, che in qualche modo già c’è, si affiancherebbe una azione politica mirata a garantire i tre principi costituzionali e se ancora, ci fosse una ulteriore azione avente come obiettivo la riduzione del costo del lavoro per le aree interne e quelle montane, tutto ciò, credo, potrebbe dare la speranza di un futuro migliore ai nostri giovani, alle nostre famiglie e frenare quella emorragia emigratoria che ha visto decrementare la popolazione molisana di 10mila unità in un decennio.

Continuare a votare ordini del giorno, come ho fatto anch’io e come continuerò forse a fare – conclude l’ex sindaco -, diventa solo mettersi a posto la coscienza illudendo noi stessi e i nostri cittadini”.

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