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‘No parking no money’: a Isernia parte la rivolta pacifica contro le strisce blu

L’iniziativa è stata presentata questa mattina. Aderire è semplice: basta non lasciare l’auto nei parcheggi a pagamento


ISERNIA. Una protesta pacifica che parte dai cittadini, per far sentire la loro voce o, meglio, la loro contrarietà alla gestione delle soste blu a Isernia. Si chiama ‘No parking no money’ l’iniziativa è nata soprattutto sui social presentata questa mattina in conferenza stampa.

Aderire e semplice: basta scegliere di non lasciare l’auto negli stalli blu, utilizzando esclusivamente le aree gratuite. E chi partecipa alla protesta potrà mettere in bella vista sul cruscotto della propria auto un apposito tagliando.

Lì dove non arriva e non arriverà mai la politica arrivano i cittadini – ha affermato il portavoce del comitato ‘No strisce blu -. L’amministrazione deve rimettere il mandato perché la situazione peggiora di giorno in giorno.

Noi oggi lanciamo una campagna per dire: ‘non parcheggiate negli stalli a pagamento’ perché sono antisociali, perché non hanno motivo di esistere a Isernia. Quindi chi aderirà all’iniziativa lo farà apponendo un tagliando sul cruscotto dell’auto. Discorso analogo per i disabili perché in questa città non si ha rispetto neppure per queste fasce”.

Resta inoltre, ad avviso di Izzo, la questione delle assunzioni degli ausiliari del traffico. “Esiste addirittura un accordo con la precedente amministrazione che dice che in continuità andavano assunti i vigilini già in servizio in precedenza. Certo è che questa amministrazione non è stata capace di rispondere alle esigenze dei cittadini e per questo deve dimettersi”.

In questi giorni a tenere banco sono anche le polemiche legate al frazionamento della tariffa con l’app. Duro in merito il commento del legale del comitato Oreste Scurti. “L’amministrazione – ha affermato – non può fare contratti verbali. Ma ciò che soprattutto contestiamo sono le modalità con cui tale attività è stata svolta. Erano previsti 642 posti scoperti e ne sono stati attivati 757, quindi 115 in più. Il contratto andava fatto meglio e l’appalto non andava concesso a una ditta esterna. Noi volevamo che questi soldi rimanessero al Comune, perché i problemi della città sono altri. La gente ha bisogno di servizi”.

Deborah Di Vincenzo

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