Unica regione che vive la stessa situazione, legata ai mancati obiettivi del piano di rientro dal deficit sanitario, è la Calabria. Ecco nel dettaglio gli scaglioni e le maggiorazioni


CAMPOBASSO. In comune molisani e calabresi hanno la situazione disastrosa della Sanità che ha portato, in entrambe le regioni, agli aumenti tributari relativi all’Irap e all’addizionale Irpef.

Notizia che oggi rimbalza nuovamente visto che l’Agenzia delle Entrate ha precisato gli aumenti che si abbattono sui ‘tartassati’ molisani.

Tutto era noto fin dal 21 giugno, è chiaro: il Ministero dell’Economia e delle Finanze aveva reso noto che il Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti e il Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza avevano constatato che nell’esercizio 2018 la Regione Molise non ha raggiunto gli obiettivi previsti nei rispettivi piani di rientro dai deficit sanitari.

Ciò comporta che per l’anno d’imposta 2019, “in Molise e nella Calabria si sono realizzate le condizioni per l’automatica applicazione delle maggiorazioni dell’aliquota Irap nella misura di 0,15 punti percentuali e dell’addizionale regionale all’Irpef nella misura di 0,30 punti percentuali”.

A questo punto le spiegazioni dell’Agenzia delle Entrate. La maggiorazione avrà effetto sull’acconto dell’Irap per il 2019 che dovrà essere determinato sia con il metodo storico (assumendo quale imposta del periodo precedente quella determinata applicando l’aliquota del 2018 maggiorata di 0,15 punti percentuali) sia con il metodo previsionale (assumendo come imposta di riferimento quella determinata, applicando al valore della produzione previsto l’aliquota d’imposta maggiorata di 0,15 punti percentuali).

In particolare, in caso di cessazione del rapporto di lavoro avvenuta nel corso del 2019, per la Regione Molise la maggiorazione delle aliquote è prevista sulla base degli scaglioni di reddito.

Per quanto riguarda l’incremento di 0,30 punti percentuali dell’addizionale regionale Irpef, per l’anno d’imposta 2019 previsto per Molise e Calabria, l’Agenzia delle Entrate precisa che lo stesso produce effetti nell’anno 2020. Tuttavia, in relazione ai lavoratori dipendenti che cessano il rapporto di lavoro in corso d’anno, i datori di lavoro trattengono, in sede di conguaglio, l’importo dell’addizionale regionale 2019 applicando l’aliquota maggiorata, e quello delle rate residue dell’addizionale regionale 2018, alle quali si applica la previgente aliquota che è così sintetizzata: fino a 15.000 euro – 2,03%; da 15.001 a 28.000 euro – 2,23%;  da 28.001 a 55.000 euro – 2,43%;  da 55.001 a 75.000 euro – 2,53%;  oltre 75.000 euro – 2,63%.

 

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