Si scagliano contro l’Azienda sanitaria per le ultime due procedure concorsuali bandite e chiedono di poter rientrare in Molise. Diversamente, si dicono pronti ad una battaglia legale
CAMPOBASSO. Al via la stabilizzazione dei precari Asrem. Una buona notizia, ma non per tutti.
Con gli ultimi due concorsi banditi l’Azienda sanitaria regionale ha provveduto all’assunzione di 140 infermieri, già in servizio in Molise con rapporti di lavoro a tempo determinato, e di altrettante professionalità con la formula per il rientro in mobilità.
Decisione che ha lasciato sgomenti gli infermieri emigrati fuori regioni e desiderosi di un’opportunità per tornare dalle proprie famiglie. Questi ultimi, circa 50 unità, rivendicano il possesso dei necessari requisiti per la stabilizzazione e incalzano l’Asrem per non essere stati considerati nei propri provvedimenti, in favore – denunciano – di altri soggetti addirittura non idonei. Pertanto, ‘minacciano’ azioni legali per la tutela dei propri diritti che ritengono essere stati violati.
“Ci chiediamo, soprattutto due cose: – si legge in una nota – perché questa disparità di ‘trattamento’ tra le due graduatorie? Quale sopraffina programmazione possa aver portato alla decisione di far spendere ai molisani i soldi necessari a svolgere il concorso di stabilizzazione se la volontà era quella di stabilizzarli tutti?
Un concorso straordinario per la stabilizzazione dei precari è già stato espletato. Noi, come comitato, – ancora la nota a firma degli ‘Infermieri che lottano’ – siamo pronti, come già fatto in passato, a difendere le nostre ragioni in qualsiasi ambito e grado di giustizia e chiediamo che cessi questa politica di concedere opportunità, da anni, sempre e solo alle stesse persone, visto che un Avviso Pubblico per incarico a tempo determinato, in Molise, non si vede da 10 anni e che ora dopo aver per loro scelta, usufruito della possibilità di lavorare senza allontanarsi da casa questi colleghi si ritrovano ad avere il lavoro in Molise, a tempo indeterminato, a discapito di chi, solo perché non ha mai avuto, a sua volta, la possibilità, di tentare un incarico in questa Regione, è stato costretto a lasciarla per andare a vincere concorsi in quelle del Nord.
Noi riteniamo in sostanza che una scelta giusta è seria – procedono i lavoratori emigrati – sarebbe quella di assumere facendo scorrere, parallelamente, entrambe le graduatorie con l’augurio che a breve si torni a fare anche un concorso pubblico per dare anche ai più giovani la possibilità di iniziare a lavorare”.
Infine, l’appello ai sindacati: “Chiediamo alle forze sindacali di difendere tutti e non solo taluni. E ci batteremo strenuamente contro tale ingiustizia attraverso la via giudiziaria. Concludendo, il comitato, resta vigile e aspetta l’evolversi degli eventi con particolare attenzione affinché non prevalgano, ancora una volta gli interessi di uno sui diritti dell’altro”.
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