Regione, verifica politica ancora in stand-by. E Toma si prepara ad ‘esaminare’ gli assessori: tagliando alle porte

Mancano pochi giorni alla ripresa dell’attività istituzionale, il centrodestra appare ancora diviso. Il ‘caso Isernia’ non è affatto risolto ma i partiti della coalizione ancora non si riuniscono per fare il punto. Stesso ‘empasse’ nella maggioranza dove le richieste di chiarimenti non sono mai pervenute in maniera ufficiale all’attenzione del governatore

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CAMPOBASSO. Una data certa, al momento, ancora non c’è. In linea di massima la verifica del lavoro svolto dagli assessori regionali, il cosiddetto ‘tagliando’, dovrebbe avvenire entro il mese di settembre.

Nulla di nuovo sotto il sole dell’autunno che ormai incombe: si, perché il presidente Toma aveva spiegato, all’inizio del mandato, che avrebbe verificato ogni sei mesi almeno il raggiungimento degli obiettivi da parte degli uomini della sua squadra. Quindi era già tutto ‘scritto’.

Di nuovo, però, ci sono le fibrillazioni di parte della maggioranza di centrodestra e il caso delle elezioni provinciali di Isernia. Che non è affatto sopito ma, come il fuoco, cova sotto la cenere.

Le fonti di Palazzo Vitale raccontano che, ad oggi, non sia stata avanzata alcuna richiesta scritta circa l’idea, sbandierata a dire il vero solo sui giornali e sui social network, di una verifica di maggioranza. Nessuno di tutti quelli che l’hanno richiesta con forza, in pratica, avrebbe formalizzato questa necessità. Motivo per il quale, al momento non se ne parla proprio.

Le richieste nei fatti sarebbero due. Quella di una verifica politica, quindi una riunione di tutti i partiti che sostengono la coalizione per chiarire gli equilibri ma per discutere anche della questione Isernia che pare non sia stata affatto risolta, soprattutto in quella parte di centrodestra che continua a chiedere chiarezza sul ‘chi ha appoggiato chi’. Quindi i Popolari per l’Italia, l’Udc del presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone e la parte di Forza Italia che si riferisce all’eurodeputato Aldo Patriciello. Voci insistenti raccontano che la questione potrebbe pure essere affrontata di petto da uno dei partiti coinvolti nella querelle che potrebbe anche procedere in autonomia e quindi convocare gli altri.

La seconda questione è quella legata alle fibrillazioni della maggioranza: da un lato, ad esempio, la leghista (o ex?) Aida Romagnuolo che, con cadenza ravvicinata almeno fino a qualche giorno fa, ha sempre chiesto il ritorno alle urne anche in Regione. A questo punto, visti gli scenari nazionali, la richiesta – se reiterata -riguarderebbe solo in Molise: il Conte Bis è ormai al vaglio della fiducia, la Lega è fuori dai giochi e il contesto romano vede un’alleanza Pd-5Stelle che in regione più di una volta si è già concretizzata. Del resto, come spiegano le voci che arrivano dall’altro Palazzo, quello del Consiglio regionale, per una mozione di sfiducia nei confronti del presidente Toma, ci vogliono i voti. E fatti due conti, comunque al momento mancano quelli utili per mettere in discussione il governatore e la sua Giunta.

Sempre nella maggioranza, la coscienza critica è rappresentata da Michele Iorio che non si è mai nascosto dietro ad un dito chiedendo maggiore coinvolgimento, un ruolo diverso e più confacente al suo ‘know-how politico’ ed una azione di considerazione maggiore del Consiglio regionale. Resta da capire se, le ‘firme’ virtuali da apporre questa richiesta pressante e alla quale non si è mai dato seguito, siano anche quelle del sottosegretario Quintino Pallante (braccio destro del presidente Toma) e del consigliere Scarabeo. I tre, come è ormai acclarato, sono in gruppi consiliari diversi ma sotto la stessa bandiera, quella della federazione che raggruppa il movimento di Raffaele Fitto e il partito di Giorgia Meloni.

Chissà se le ‘pulsioni politiche’ verso la Lega, date ormai per certe e che avrebbero visto l’adesione al partito di Salvini di più di qualche pezzo della maggioranza, si siano calmate vista la modifica, decisa, degli equilibri politici di Governo e il calo del gradimento del ‘capitano’ che in pochi giorni ha perso più di 5 punti percentuali nei sondaggi.

Per quanto riguarda gli equilibri di Giunta, non è detto che siano da modificare: il tagliando, come ricordano gli addetti ai lavori, riguarda le attività messe in campo dagli assessori, gli obiettivi raggiunti, il lavoro quotidiano fatto per la propria regione. Ed è questo il terreno sul quale Toma sembrerebbe intenzionato a muoversi, non quello politico. Quindi, per fare un esempio, l’assessore Mazzuto dovrebbe essere ‘valutato’ nel proprio percorso solo in base ai risultati e al lavoro svolto, non perché espressione della Lega che, ormai, non può nemmeno tendere una mano alla Regione Molise, ammesso che l’abbia mai tesa.

Idem per Forza Italia, accusata di essere sovrarappresentata nell’Esecutivo regionale, per i Popolari per l’Italia e per Orgoglio Molise: i presupposti per la verifica degli obiettivi raggiunti dagli assessori in quota sono gli stessi.

L.S.

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