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Acquedotto, ci siamo quasi: 18 anni di attesa tra ricorsi, condanne, varianti e costi raddoppiati

Da domani e fino a giovedì prossimo, 11 comuni della costa riceveranno una portata idrica ridotta per consentire le verifiche indispensabili all’avvio dell’’infrastruttura. Una lunga storia, partita nel 2001


CAMPOBASSO. Rubinetti con portata ridotta ma questa volta per una ‘giusta causa’.

Da domani e fino a giovedì, undici comuni del basso Molise riceveranno un flusso di acqua ridotto: la motivazione risiede nella necessità, da parte dell’azienda speciale ‘Molise Acque’ guidata da qualche mese da Giuseppe Santone (nella foto, ndr), di effettuare le verifiche e gli accorgimenti necessari per consentire l’avvio dell’acquedotto ‘Molisano Centrale’ (i comuni interessati sono Termoli, Campomarino, Petacciato, Montenero di Bisaccia, Guglionesi, San Giacomo degli Schiavoni, Larino, Ururi, San Martino in Pensilis e Portocannone) e ‘Molisano Destro’ ( il solo comune di Guardialfiera).

Una settimana storica, anche se contraddistinta da qualche evidente disagio per la popolazione abituata però a soffrire la cronica carenza idrica: si tratta però, dell’ultimo miglio, utile all’avvio dell’indispensabile infrastruttura che porterà l’acqua di sorgente fino alla costa, evitando quindi il ricorso alla potabilizzata dell’invaso del Liscione. Un’opera attesa da 18 anni.

Era il 2001 quando venne inclusa nella delibera Cipe n. 121, nel sottosistema “Schemi Idrici”. Dopo l’avvio degli iter burcoratici, nel 2004 fu compresa nell’Intesa Generale Quadro tra il Governo e la Regione Molise, sottoscritta il 3 giugno dello stesso anno.

Dopo la complessa fase dell’appalto, il 22 febbraio del 2007 i lavori relativi alla progettazione esecutiva e all’esecuzione dei lavori di realizzazione dell’opera furono finalmente aggiudicati all’associazione temporanea di imprese Consorzio Cooperative Costruzioni (capogruppo mandataria, composta da Costruzioni Falcione, Favellato Claudio, Zurlo Domenico, Antonio e Raffaele Giuzio), per un importo di quasi 56 milioni di euro.

L’ iter però si complicò con una serie di intoppi giudiziari, come i ricorsi al Tar avviati dai consorzi di imprese esclusi dai bandi che, inizialmente prevedevano un importo di 4 milioni 726mila euro per il ‘Molisano centrale’ e 2 milioni 188mila 820 euro per il ‘Molisano destro’.

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redazione

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