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Aree interne abbandonate a se stesse, Di Lucente sprona la Regione e annuncia il piano C

Il consigliere regionale di maggioranza lancia l’idea di un patto istituzionale che coinvolga l’intera filiera e che individui azioni serie dalle quali ripartire


CAMPOBASSO. Il consigliere Di Lucente da voce ai sindaci delle aree interne pungolando la Regione a fare di più. “Spesso – spiega il consigliere regionali – l’agenda delle priorità della Regione non è quella dei Comuni. Eppure il Molise è la somma dei suoi paesi. E l’80% di loro sono in aree interne e montane.

I sindaci continuano a dircelo. I cittadini pure. Serve rimettere al centro della nostra azione di governo le aree interne e i loro problemi. Non ha senso farlo con azioni spot come il bando di residenza attiva. 30-40 persone ne beneficeranno, ma i problemi resteranno lì sullo sfondo. Belle anche le Snai – continua Di Lucente – ma nel caso dell’Alto e Medio Molise (33 Comuni per quasi metà del territorio molisano coinvolto) a distanza di tre anni stiamo ancora alla bozza della bozza dell’intervento. E così i sindaci si sentono abbandonati e sfiduciati.

Vorrebbero fare tanto, ma si trovano a combattere costantemente con la burocrazia. Spesso con la Regione stessa che non li ascolta” spiega l’esponente dei Popolari per l’Italia al termine di un incontro con i sindaci dell’area trignina.  Dovremmo ricucire questo strappo con un ‘Piano C’, un piano dei Comuni. Ma anche un piano che entri in azione quando quello A e quello B sono naufragati. Una sorta di Patto istituzionale – continua il consigliere – che coinvolga l’intera filiera e che individui azioni serie dalle quali ripartire. E che sia veloce, snello. Perché tra 3 anni – ovvero i tempi che stiamo usando per redigere il piano della Strategia per le Aree interne, non potremo ancora parlare di misure da adottare. Dovremmo averle già individuate e avviate.
I

l primo passo – conclude Di Lucente – quello su cui la I Commissione sta lavorando, è la revisione della Legge sulla Montagna, lo strumento attraverso il quale la Regione potrà sviluppare le politiche di sostegno alle aree interne, rimettendole al centro dell’agenda politica e avviando anche l’opera di ricucitura del rapporto con i sindaci e con gli attori economici e sociali che operano sul territorio”.

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Redazione

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