Primo contributo di Domenico Carola, responsabile dell’Osservatorio del Codice della strada, settore de ‘Il Quotidiano del diritto on-line’ de ‘Il Sole 24 Ore’
di Domenico Carola per ‘Il Sole 24 Ore’
Segway, hoverboard, monopattini. Non sono più solo giochi per ragazzi, ma alternative da considerare seriamente per migliorare la mobilità urbana e ridurre l’inquinamento atmosferico. Sulle strade delle nostre città individuate dai Sindaci, infatti, grazie al decreto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti del 4 giugno 2019 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di giovedì scorso n. 162) può partire la sperimentazione dei veicoli per la micromobilità elettrica. È stata probabilmente la «motivazione ambientale» la chiave per aprire le strade cittadine ai «dispositivi per la mobilità personale a propulsione elettrica», che potrebbero portare vantaggi in termini di riduzione nell’aria del materiale particolato PM10 e di alleggerimento del traffico di autoveicoli cittadino. Con delibera della giunta, i Comuni potranno individuare i tratti urbani di strada sui quali ammettere la circolazione sperimentale dei piccoli veicoli a motore elettrico. Questa dovrà essere sostenuta da adeguata segnaletica verticale e orizzontale, nonché da campagne di informazione. I veicoli potranno essere guidati solo con la patente e non potranno essere utilizzati per il trasporto o il traino di cose o persone. Niente sellino, quindi, e velocità massima consentita 20 km orari su strada, che scende a sei nelle aree pedonali. Permessa, però, la circolazione sulle piste ciclabili e sui percorsi misti pedoni/biciclette. Nelle ore di buio, poi, i conducenti di micro-veicoli elettrici dovranno indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità. La sperimentazione può essere autorizzata entro un anno dall’entrata in vigore del decreto ministeriale, quindi entro il 27 luglio 2020, e dovrà terminare entro due anni. I Comuni che inizieranno il periodo di prova dovranno inviare gli atti autorizzativi al ministero entro 30 giorni. I risultati, infine, dovranno essere comunicati – sempre al ministero – entro tre mesi dal termine del periodo.
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