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Dieci anni di lavori, 1 milione e mezzo di fondi pubblici già spesi e 2 cattedrali nel deserto: una storia tutta molisana

La strana vicenda del campo sportivo di San Massimo e della piramide polifunzionale di Campitello Matese nel mirino del consigliere 5 Stelle Angelo Primiani


CAMPOBASSO. Solita storia: lavori che durano decenni, costano milioni e sembrano non finire mai. Cattedrali nel deserto, opere incompiute destinate ad accusare il colpo legato al passare inesorabile del tempo. E diventano ‘mostri’ che deturpano il paesaggio.

L’ennesima storia molisana che parla di cattiva gestione dei soldi pubblici arriva da San Massimo e coinvolge anche il comprensorio di Campitello Matese: l’ha raccontata ieri Angelo Primiani, portavoce del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale. Più di dieci anni dall’aggiudicazione dei lavori, fondi che superano un milione e mezzo di euro e opere incompiute. In questo caso un campo sportivo a San Massimo e la piramide di Campitello Matese, che dovrebbe diventare un centro polifunzionale a servizio della stazione sciistica molisana che non se la passa di certo bene.

“Ancora non sono terminati né gli interventi al campo sportivo né quelli alla piramide – ha spiegato ieri in aula Primiani -. Dunque, 10 anni dopo l’aggiudicazione dei lavori e 13 dopo lo stanziamento dei fondi, le opere non sono ancora completate nonostante siano stati erogati al Comune di San Massimo importi complessivi per 1.565.578,23 euro. Ad oggi, ad esempio, nonostante il rifacimento del solo manto erboso in sintetico, il campo sportivo è in completo abbandono ed è privo di tutte le strutture annesse, mentre i lavori alla piramide per ora hanno raggiunto il solo obiettivo di deturpare il paesaggio con l’ennesima colata di cemento”.

Nei mesi scorsi il Movimento 5 Stelle, primo firmatario Primiani, su questa storia tutta “italo-molisana” ha presentato una interpellanza, chiedendo conto delle attività di monitoraggio sui finanziamenti pubblici e la valutazione di procedure di revoca degli stessi.

“Ieri, assente Toma, ci ha risposto il sottosegretario Pallante – spiega ancora Primiani che ha portato all’attenzione lo ‘scandalo’ assieme al capogruppo Andrea Greco – il quale per giustificare i ritardi ha tirato in ballo due perizie di variante, i ritardi del pagatore, l’ennesima proroga ottenuta per il termine dei lavori e, addirittura, le condizioni climatiche. Tirare in ballo il clima per lavori che si devono realizzare ad oltre 1400 metri è quanto meno imbarazzante. Ora attenderemo con ansia fine aprile 2020 per capire se gli interventi saranno terminati o se interverrà l’ennesima proroga”.

E già: le varianti, le proroghe, i ritardi, la burocrazia lumaca.

La storia – ricostruita nel dettaglio da Angelo Primiani – comincia nel 2006 quando dal Cipe arrivano fondi per le aree sottoutilizzate. La burocrazia e gli atti propedeutici della regione portano la storia al 2008 quando è stato sottoscritto il primo atto integrativo all’APQ ‘Sviluppo Imprenditoria Locale’ tra Ministero dello Sviluppo Economico e Regione Molise, ad oggetto un “programma pluriennale di interventi capace di incidere positivamente sul tessuto produttivo della regione Molise e più complessivamente sul processo di sviluppo socio-economico”.

Un accordo che finanzia 7 interventi tra cui quello al Comune di San Massimo per la ‘Riqualificazione del contesto urbano a fini turistici nel comprensorio di Campitello Matese – PRUSS’ per un importo di 3 milioni di euro. A settembre 2009 l’avviso di gara è pubblicato in Gazzetta ufficiale. A novembre 2012 il Comune di San Massimo approva la progettazione definitiva riguardante i lavori per la realizzazione di una sala polivalente in località Campitello (la ’piramide’) e opere di manutenzione di un campo di calcio in località ‘Petraia San Rocco’. Nel 2014 iniziano i lavori che camminano a singhiozzo viste le continue proroghe dei termini chieste dal Comune di San Massimo sia per l’esecuzione dei lavori sia per inoltrare i consuntivi di spesa; l’ultima di queste proroghe fissa la data per la conclusione dei lavori al 30 aprile 2020.

Riusciranno i nostri eroi, questa volta?

L.S.

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redazione

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